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La sindaca leghista di Cascina fa lo sgambetto a due donne e alla loro unione civile

Susanna Ceccardi, la sindaca leghista di Cascina (Pi) non ha alcuna intenzione di porre fine alla sua personalissima guerra alle unioni civili. Ricordate il provvedimento approvato dalla giunta qualche settimana fa in cui si stabiliva che la sala consiliare poteva essere usata solo per i matrimoni civili e solo se celebrati dal sindaco o da assessori e consiglieri comunali appositamente delegati? Be’, è arrivato il momento di applicarlo e per di più retroattivamente. Succede, infatti, che una coppia di ragazze aveva prenotato la propria unione civile per il prossimo 21 gennaio chiedendo (e ottenendo) proprio la sala consiliare.

Pratica conclusa e tassa per l’uso della sala versata un mese prima che il regolamento cambiasse imponendo che nell’aula consiliare si celebrassero solo matrimoni. D’un tratto, però, le ragazze si sono viste restituire, con un assegno, la somma versata accompagnata da una comunicazione in cui si spiegava che la sala non era più disponibile perché, proprio quel giorno, l’assessore alla cultura Nannipieri terrà lì un evento “di rilevanza pubblica”, non meglio specificato.
Niente aula consiliare, dunque, e le due donne dovranno prenotare nuovamente optando per un’altra stanza. Ma il problema si sarebbe posto, al di là della sala, anche su chi avrebbe dovuto celebrare l’unione dato che la sindaca aveva fatto sapere che lei non avrebbe delegato nessuno per le unioni civili.

“Possono andare dall’ufficiale di stato civile, prendono appuntamento e firmano l’unione – ha spiegato Ceccardi al quotidiano La Nazione -. Io non do deleghe, è nelle competenze di sindaco dare o non dare la delega, al di là dell’obiezione. È una polemica sterile. A Cascina c’è l’ufficiale di stato civile, il problema quale sarebbe?”. E alle due ragazze manda a dire: “Basta che chiamino l’ufficio di stato civile e fissino per il 21 gennaio o per il giorno che vogliono sentendo la disponibilità dell’ufficio”. Vi volete unire? Nell’ufficio di stato civile, al massimo.

Intanto, tra i sindaci dell’hinterland pisano e gara di disponibilità. Il sindaco di Calci ha annunciato che presto celebrerà la prima unione civile del suo comune, naturalmente in aula consiliare. “Le unioni civili sono sullo stesso piano dei matrimoni, con le stesse condizioni – ha dichiarato Ghimenti alla Nazione -. Chiunque abbia il piacere di sposarsi a Calci, noi siamo a disposizione”. Sulla stessa linea anche i primi cittadini di Vecchiano, Vicopisano e San Giuliano Terme. “Non toglierei mai la felicità a chi inizia una nuova vita insieme” ha dichiarato il sindaco di Vicopisano Taglioli, mentre quello di Vecchiano, Angori, ha fatto sapere che sarà lui a celebrare la prima unione civile, quando arriverà la richiesta aggiungendo che “le nostre porte sono aperte, anche a cittadini di altri comuni”. Identiche le posizioni del sindaco di San Giuliano, Di Maio. “Nel nostro comune c’è equiparazione di condizioni tra matrimonio e unioni civili – ha precisato -. Per arrivare ad approvare questo diritto è stato percorso un lungo cammino, non va vanificato con prese di posizioni inutili“.
Ceccardi, insomma, prima sindaca leghista di Cascina e fiore all’occhiello del segretario del Carroccio Salvini, è sola contro tutti gli altri sindaci.

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