Come sapete, Gaypost.it ha messo a disposizione le proprie pagine per raccogliere le storie che le donne che aderiscono a #quellavoltache non vogliono raccontare sui propri profili social. Perché, a differenza di quanto continua a sostenere qualcuno, non basta dire “no” e denunciare non affatto facile. Specialmente quando parliamo di vicende molto forti o quando sono coinvolte persone con cui, per un verso o per un altro, si ha ancora a che fare (parenti, amici di famiglia, datori di lavoro…). Ma le molestie che le donne subiscono sono tante e quotidiane. Nessuna deve pensare di essere “esagerata” o che la sua storia “valga meno” delle altre. Una molestia è una molestia sempre: sull’autobus, per strada, sul lavoro, ovunque e di qualsiasi “entità” sia. Per questo, oggi, abbiamo preferito raccogliere alcuni tweet che testimoniano le molestie di tutti i giorni, quelle a cui siamo quasi abituate al punto, spesso, di non riconoscerle come tali. Di storie come queste ce ne sono a migliaia, ormai: un vero fiume in piena. Un mori che si è rotto. Basta cercare #quellavoltache su Facebook, Twitter e Instagram. Oppure, semplicemente, sui motori di ricerca.
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