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Queer World: i vicini espongono bandiere rainbow contro Pence, in Gambia battuto il presidente omofobo

USA – I nuovi vicini di Mike Pence non lo approvano
Mike Pence potrebbe diventare uno dei vicepresidenti più omofobi della storia recente degli Stati Uniti, ed oltre al malcontento generale, in questi ultimi giorni c’è anche chi ha deciso di farglielo sapere direttamente: Ilse Heintzen è una signora che vive a pochi metri di distanza dalla casa dove Pence risiede in attesa di spostarsi nella sua residenza da vicepresidente, così, insieme ad altri vicini, ha cominciato ad esporre grandi bandiere arcobaleno fuori casa. “Questo è un messaggio rispettoso che dimostra il mio disaccordo con le sue vedute” ha dichiarato la signora Heintzen all’emittente statunitense ABC7, aggiungendo che “il programma di Mike Pence ci è ancora sconosciuto. In ogni caso spero che lo cambi”. Nel vicinato al momento si contano una quindicina di “case arcobaleno”, ed il numero potrebbe crescere. ABC7 ha contattato l’ufficio stampa di Mike Pence per chiedere commenti, ma al momento non ha ricevuto risposta.

RUSSIA – Le nuove uscite del Patriarca
Durante un’intervista a Russia Today, Sua Santità il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia (anche noto come Cirillo) ha paragonato il multiculturalismo ad un cocktail fatto male ed il matrimonio egualitario, nonché la lotta per i diritti Lgbti, al regime nazista e all’apartheid. “Per la prima volta nella storia dell’umanità la legge permette qualcosa che non corrisponde alla nostra natura morale”, dice, e subito dopo compara la fantomatica “ideologia gender” all’imposizione delle leggi naziste e all’apartheid, contro le quali i popoli si sono ribellati “perché consapevoli della loro artificialità in conflitto con la natura morale”.

Il patriarca russo

Il Patriarca, che per l’intervista si è presentato con tunica nera, copricapo nero con croce argentea e brillanti a fare pendant con la barba bianca ha dichiarato che nessuno dovrebbe essere discriminato sulla base del proprio orientamento sessuale, ma al tempo stesso condanna chi denuncia le discriminazioni: “In tutti i paesi che difendono la libertà di parola si può essere puniti per esprimere opinioni. Questa è una tendenza pericolosa che spero si estingua, facendo prevalere l’ordine naturale delle cose. Altrimenti non voglio neanche pensare a cosa potrebbe succederci”.

GAMBIA – Yahya Jammeh perde elezioni dopo 22 anni di governo autoritario e omofobo
Il nuovo presidente, Adama Barrow, ha ricevuto il 45,5% dei voti, vincendo sul 36,7% dei voti di Jammeh, l’ex presidente del Gambia, noto alla comunità Lgbti del paese non solo per averla definita “un’epidemia”, ma addirittura per aver pubblicamente minacciato gli uomini gay del suo paese, quando disse che avrebbe introdotto una legge per la decapitazione di ogni (uomo) omosessuale del Gambia. “Se sei un uomo che vuole sposare un altro uomo in questo paese e ti becchiamo, nessun’altra persona ti vedrà mai più, e nessun bianco potrà aiutarti”, dichiarò l’ex presidente nel 2015. Sebbene questa minaccia sia stata in seguito ritirata, poco prima il presidente omofobo, salito al potere con un colpo di stato nel 1994, aveva introdotto una legge per punire atti omosessuali tra uomini con l’ergastolo.

Il nuovo presidente del Gambia Adama Barrow

Il suo governo autoritario ha sempre preso di mira la comunità Lgbti, e tutte le opposizioni hanno faticato incredibilmente per ricevere anche la minima attenzione. Durante gli ultimi mesi era addirittura stato limitato l’accesso ad internet nel paese per mettere in ulteriore difficoltà l’avversario Adama Barrow, che però è riuscito a vincere promettendo un “nuovo Gambia”. Barrow non ha mai ricoperto alcun incarico pubblico, ma è un famoso imprenditore immobiliare apprezzato dalla gente per le sue capacità di gestione aziendale. La comunità Lgbti tira un sospiro di sollievo e spera di trovare un presidente almeno non violento nei propri confronti.

PAKISTAN – Consiglio Nazionale per il Welfare chiede un intervento per salvaguardare la comunità trans
All’apice di un periodo estremamente cupo per la comunità trans pakistana, che ha recentemente visto il numero di vittime di violenza transfobica aumentare vertiginosamente, il Consiglio Nazionale per il Welfare ha annunciato il lancio di un programma mirato a creare legislazioni non solo contro il fenomeno della transfobia e dei crimini ad essa correlati, ma anche altre misure volte a facilitare l’accesso agli studi universitari e all’impiego. Il capo del Consiglio ha dichiarato che il problema principale è la religione, che si sta dimostrando un ostacolo per l’integrazione delle persone trans nella società pakistana, nonostante i recenti passi avanti, aiutati dalle decisioni della Corte Suprema, che ha ordinato di garantire il diritto degli Hijras (così in Pakistan vengono chiamate le persone trans e intersex considerate “il terzo sesso”) ad avere documenti di identità, diritto di voto ed accesso all’eredità. “Sentiamo solo promesse da parte del Governo – dichiara a PinkNews Almas Boby, importante attivista e portavoce di un’associazione che difende i diritti delle persone trans. Noi vogliamo progressi concreti, stiamo aspettando da troppo tempo”.

 

È incredibile che la maggior parte di noi lavora ancora come ‘ballerino eunuco’, abbiamo anche altre esigenze ed aspirazioni. E che dire dell’ostacolo della religione. Da poco ci è anche impossibile andare in Umrah”.

REGNO UNITO – Più di 10.000 uomini gay testeranno la PrEP a partire da gennaio
Per decisione della Corte d’Appello del Regno Unito, il servizio sanitario nazionale dovrà continuare a sostenere le spese per testare la versione generica del farmaco per la PrEP nei prossimi tre anni, durante i quali dovrà anche capire come rendere il farmaco accessibile a tutta la popolazione. La PrEP (Profilassi Pre-Esposizione) può ridurre i rischi di contagio da HIV di oltre il 90% se assunta ogni giorno. Ma il farmaco, il Truvada, ha un costo molto elevato: circa 400 sterline al mese. Inizialmente il servizio sanitario nazionale si era opposto al doversi prendere carico del progetto, specialmente per ragioni economiche, ma per via della sua importanza la Corte d’Appello ha preferito affidare il compito ad un ente pubblico. Il risultato che si vuole raggiungere è la riduzione progressiva dei contagi da HIV, che a lungo termine rappresenterà anche un vantaggio economico, considerati gli odierni costi piuttosto elevati delle terapie antiretrovirali. Ian Green, direttore del Terrence Higgins Trust, ha dichiarato al Telegraph che “registrando ben 17 nuovi casi di HIV al giorno nel nostro paese dobbiamo agire in modo deciso ed ambizioso. La PrEP deve essere accessibile a chiunque ne abbia bisogno. La prevenzione è sempre una buona notizia”. La fornitura giornaliera della versione generica del Truvada potrebbe costare solo 500 sterline all’anno, a differenza delle migliaia di sterline che si spenderebbero comprando il farmaco originale. Come reazione Gilead, produttore del Truvada, ha già annunciato un ribasso dei prezzi.

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