Queer World: dal matrimonio egualitario a Taiwan al “ritorno” degli ABBA

NAZIONI UNITE – Un video a sostegno delle nascite Intersex
Come parte del programma Free & Equal , dedicato all’uguaglianza delle persone LGBTI, le Nazioni Unite hanno lanciato una nuova campagna dal titolo ”Perfect Just The Way They Are”, perfetti così come sono.
La campagna, lanciata il 26 ottobre in occasione della Giornata Mondiale della Consapevolezza Intersex, è dedicata in primo luogo a tutti i genitori ed operatori sanitari che si trovano a dover decidere se effettuare – o meno, operazioni sul corpo di neonati o bambini senza che loro possano esprimere consenso. Il messaggio della campagna, come si evince dal titolo, è quello di non intervenire.
Shape History è l’organizzazione che ha prodotto la campagna: Mike Buonaiuto, direttore esecutivo, ha dichiarato all’Huffington Post che ”Perfect Just The Way They Are” rappresenta l’impegno delle Nazioni Unite nel costruire un futuro egualitario partendo dalla base. “La maggor parte delle persone intersex che hanno subìto operazioni ”correttive” si trovano segnate mentalmente e fisicamente da questo processo”, ha dichiarato. Alla sua voce si unisce quella di Charles Radcliffe, capo del gruppo di uguaglianza e non-discriminazione delle Nazioni Unite, affermando che ”sono davvero poche le persone che ricevono assistenza psicologica o che hanno l’opportunità di parlare con altri bambini o adulti intersex, magari anche con genitori in situazioni simili. I risultati delle ricerche che abbiamo svolto finora ci dicono che moltissime persone intersex avrebbero deciso diversamente”. Secondo gli ultimi dati, i neonati intersex rappresentano circa il 2% delle nascite mondiali.

orlando-magic-pulse-victims-2016-10-26STATI UNITI – Squadra NBA dedica vittoria al Pulse, ma gli attiviti lgbti storcono il naso
”Sarei sorpreso di vedere anche solo una persona non commossa”, dichiara Alex Martins, CEO degli Orlando Magic sul sito ufficiale della squadra che ha deciso di commemorare le vittime della strage del Pulse. L’Amway Center, casa della squadra, dista solo 3 kilometri dal club che il 12 giugno scorso divenne teatro della sparatoria di massa più letale nella storia degli Stati Uniti, in cui 49 persone persero la vita e altre 53 rimasero ferite. ”Questo avvenimento ha scosso ed impaurito tutti noi, ma ci ha anche avvicinati. E la commemorazione di questa sera simboleggerà tutto questo” conclude Martins, riferendosi all’apertura della partita del 26 ottobre fra gli Orlando Magic ed i Miami Heat. La cerimonia è cominciata con un minuto di silenzio per le vittime, seguito da una performance di Brandon Parsons con la sua canzone-tributo ”Forty-Nine Times” e dall’inno nazionale cantato dalla Polizia di Orlando mentre i primi soccorritori coprivano il campo da gioco con una gigantesca bandiera statunitense, dopodiché è stato eretto un enorme stendardo recante il numero 49 ed i nomi delle vittime intessuti sullo sfondo. Durante il riscaldamento, invece, gli atleti del Magic indossavano una maglietta con l’hashtag #OrlandoUnited corredato da un grande cuore con i colori dell’arcobaleno. Questo tributo non è stato l’unico segno di vicinanza nei confronti dei cari delle vittime e dei sopravvissuti da parte del Magic, in quanto immediatamente dopo la strage la famiglia del miliardario nonché proprietario della squadra Richard DeVos donò 500.000 dollari al OneOrlando Fund, organizzazione non-profit che ha lo scopo di assistere le famiglie delle vittime. Fin qui tutto bene, se non fosse che proprio Richard DeVos ha supportato diverse cause anti-LGBTI, donando quasi 2 milioni di dollari a diverse organizzazioni impegnate a combattere il matrimonio egualitario tra il 2004 e il 2009, mentre nel 2012 il figlio Doug DeVos donò ben 500.000 dollari alla National Organization for Marriage (corrispettivo statunitense del Family Day ma con meno crocifissi, Gesù e madonne). Ciliegina sulla torta, nel 2016 la famiglia DeVos ha donato quasi 3 milioni di dollari al partito repubblicano e ad altri gruppi conservatori in vista della campagna presidenziale. Che questo improvviso avvicinamento alla causa LGBTI locale sia forse un tentativo per fare buon viso a cattivo gioco e mascherare altre magagne, come ad esempio centinaia di milioni di dollari in fondi pubblici usati per costruire l’Amway Center? Molti credono di sì.

abba-foilSVEZIA – Gli ABBA ritornano, più tecnologici che mai
Nonostante siano passati più di trent’anni dal loro ultimo tour, e nonostante non abbiano più pubblicato nuovo materiale dagli anni ’80 gli ABBA continuano a vendere dischi e continuano ad essere considerati uno dei gruppi più importanti della musica pop mondiale.
Tutti i loro fan saranno felici di sapere che il futuro prossimo potrebbe riservare grandi novità: Agnetha, Benny, Björn e Anni-Frid hanno infatti da poco festeggiato i 50 anni della band ed hanno appena annunciato una loro riunione ufficiale prevista per il 2018, ma per non riproporsi nella solita salsa hanno deciso di avvalersi anche di tecnologie avanzate come realtà virtuale e intelligenza artificiale. Per il momento il loro manager Simon Fuller non svela molto né si sbilancia troppo, dicendo che nel 2017 potrebbe rompere l’attesa con qualche anticipazione, mentre dalla band Benny promette ”una nuova frontiera del divertimento, una macchina del tempo che mostra quello che eravamo, siamo e saremo”. Mamamia!!

daniel_zamudioCILE – Indignazione della comunità LGBTI per la scarcerazione di un assassino
Il 2 marzo 2012 quattro uomini (Patricio Ahumada Garay, Alejandro Angulo Tapia, RaĂşl LĂłpez Fuentes e Fabian Mora Mora) pestarono brutalmente il 24enne omosessuale Daniel Zamudio per diverse ore fino a fargli perdere i sensi. Una volta trovato nel parco San Borja (in pieno centro a Santiago), Daniel Zamudio fu ricoverato d’urgenza riportando trauma cranico, una gamba rotta e diversi tagli da vetro che ricordavano le forme di una svastica. Oltre a questo, diverse parti del corpo erano state bruciate con sigarette. 25 giorni dopo, Daniel morì. Questo evento ebbe un’eco talmente forte in tutto il paese da fare intervenire il presidente Sebastián Piñera, che impose al parlamento di votare in tempi brevi l’approvazione del disegno di legge contro i crimini di odio, la cui discussione era dimenticata ormai da anni. Nel giro di soli quattro mesi la legge fu approvata, mentre il 28 ottobre 2013 i quattro assassini di Daniel furono condannati, seppur con pene differenti, attribuite dai diversi gradi di partecipazione al fatto e dalla volontĂ  di aiutare gli inquirenti. Ad esempio, Ahumada fu condannato all’ergastolo, Angulo e LĂłpez a 15 anni di reclusione mentre Fabian Mora Mora, il piĂą giovane dei quattro criminali e 19enne al momento del fatto, aiutò molto gli inquirenti e ricevette una condanna di soli 7 anni di carcere. Oppure 4 anni di carcere, perchĂ© il 27 ottobre 2016 la Corte d’Appello di Santiago gli ha concesso la libertĂ  condizionale. Immediata la reazione del Movilh (Movimento di Integrazione e Liberazione Omosessuale), che ha lanciato la campagna #justiciaparadaniel ed ha organizzato un incontro davanti alla tomba della vittima il 28 ottobre appena trascorso. Attraverso questa campagna Movilh intende proporre l’introduzione di una legge contro l’incitazione all’odio ”perchĂ© in questo paese si registra un omicidio omobitransfobico ogni 3 mesi, e l’attuale legge contro i crimini di odio non tiene conto dell’incitazione all’odio che, come si è visto, può tradursi in attacchi ed assassinî”, dice Oscar RementerĂ­a, portavoce di Movilh, aggiungendo che ”La legge è uguale per tutti, e ovviamente l’accesso alla libertĂ  condizionale è un beneficio previsto dalla legge, certo. Quello che però ci dispiace e ci riguarda profondamente è che la legislazione vigente prevede pene così basse e benefici così alti per coloro che tolgono la vita ad altre persone.” A questo proposito si esprime personalmente anche Rolando JimĂ©nez, presidente del Movilh, definendo 4 anni di reclusione per omicidio “un insulto alla figura di Daniel Zamudio e a tutte le persone che lo hanno amato”.


tsai-ing-wen-a-favore-del-matrimonio-egualitarioTAIWAN – Primi in Asia verso l’uguaglianza

Taiwan potrebbe ben presto diventare il primo paese asiatico a legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso, e per dare ancora più supporto alla legge presentata lunedì scorso allo Yuan Legislativo (corrispettivo del nostro Parlamento), circa 82.000 persone hanno partecipato al 14esimo Pride di Taipei, nonostante il tempo incerto. Tsai Ing-wen, il primo presidente donna del piccolo paese asiatico, si è sempre dichiarata vicina alla causa LGBTI ed è una forte sostenitrice del nuovo disegno di legge che cambierebbe la definizione di matrimonio in “unione tra due persone” anziché “unione tra un uomo e una donna”, conferendo quindi uguali diritti a tutta la popolazione LGBTI anche in ambiti di reversibilità, eredità, adozione ed agevolazioni fiscali. Diversi sondaggi hanno già dimostrato che la maggior parte della popolazione si trova a favore di questa riforma, e alcune indiscrezioni già parlano di una maggioranza parlamentare vicina al 60%. Se andasse per il meglio, il governo taiwanese, al momento governato dal DPP (Partito Democratico Progressivo), approverà la legge all’inizio del 2017.

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