Rainbow

Qbags, la start up gay che sfida la crisi

Si chiama Qbags ed è una start up torinese interamente gestita e in cui lavorano solo persone gay. Non per un senso di esclusione nei confronti degli altri, ma perché l’idea della giovanissima azienda che produce borse nasce dall’esperienza condivisa proprio all’interno dell’attivismo lgbt. Il sito è online da appena tre mesi, ma all’idea, i ragazzi di Qbags, lavorano da due anni da quando, cioè, aprendo alcuni armadi di sono accorti che c’era qualcosa che non andava. Abbiamo incontrato Alessandro Battaglia, uno dei fondatori di Qbags, per farci raccontare come sono andate le cose.

Cosa c’era in quegli armadi?
C’erano striscioni, banner e materiali vari in PVC, utilizzati per le attività del Queever, la domenica sera lgbt di Torino, non più sfruttabili e accumulati lì a prendere polvere. Ci siamo chiesti cosa farne ed è stato così che, due anni fa, è nata la prima borsa: riciclando proprio quel PVC.

A quel punto l’idea c’era già.
Sì, c’era ma non ci soddisfaceva del tutto. L’idea di riciclare materiali usati non è nuovissima. Così, insieme ad altri ragazzi con cui ho lavorato negli anni a moltissimi progetti, abbiamo cominciato a immaginare delle linee più originali, con grafiche personalizzate e una maggiore attenzione alla scelta dei materiali da usare.

Quindi avete abbandonato il PVC?
Sì, abbiamo fatto delle ricerche su diversi tipi di ecopelle per vedere che tipo di resistenza avessero e quale si prestasse meglio all’idea di borse che avevamo. Poi finalmente abbiamo trovato la soluzione migliore alla quale abbiamo potuto abbinare la fodera giusta. Abbiamo scelto di produrre borse che avessero una particolare cura del dettaglio e un livello di qualità elevato. Per questo, oltre ai materiali, abbiamo scelto un laboratorio che fosse in grado di produrre le nostre borse esattamente come le volevamo.

E il riciclaggio? Abbandonato?
No, assolutamente. La nostra idea di impresa è attenta non solo alla qualità, ma anche all’ambiente e al risparmio. Dei materiali che usiamo non c’è un solo scarto che viene buttato. Tutto si ricicla per realizzare altre borse e per usare anche le parti più piccole, ci siamo inventati le targhette che attacchiamo ad ogni borsa rendendole pezzi unici.

Cosa c’entra il fatto che tutte e sei le persone che lavorano a Qbags arrivano dall’universo dell’attivismo lgbt?
C’entra con il gusto che ci ispira per studiare le grafiche e c’entra con i principi su cui ci basiamo. Siamo legati a doppia mandata, alla comunità, non solo perché veniamo da lì, ma perché continuiamo a fare attivismo e perché, solo per fare un esempio, abbiamo deciso che Qbags fosse sponsor del Torino Pride. C’entra, infine, con il target di partenza a cui ci rivolgiamo.

Cioè?
Certamente guardiamo alla comunità lgbt. Non a caso, in occasione della stagione dei Pride abbiamo lanciato una linea dedicata, con una grafica che richiama i colori della bandiera rainbow. Ma l’intenzione è quella di ampliare la fetta di mercato. È anche questa la ragione per cui in questa fase stiamo puntando sull’ecommerce puro: le borse di Qbags si possono acquistare solo sul sito che, di contro, ha la potenzialità di arrivare dove diversamente non potremmo.

Questa è una fase difficile per le imprese e l’economia, specialmente in Italia. Come pensate di sfidare la crisi?
Con idee precise, prodotti che guardino molto alla qualità e all’attenzione del dettaglio senza però diventare proibitivi in termini di costi. I nostri prodotti mantengono un prezzo accessibile, se si paragonano ad altri simili, ma decisamente meno curati.

Siete giovani, ma forse si può già dare qualche numero: chi sono i vostri clienti, al momento, e qual è il vostro prodotto di maggior successo?
Abbiamo constatato che i nostri acquirenti sono al 50% uomini e donne, con un’età compresa tra i 25 e i 35 anni. Il modello che, invece, ha riscosso maggior successo è certamente la big messenger, con divere grafiche, e subito dopo viene il borsone da palestra. A soli tre mesi dal lancio del sito, possiamo dire di avere già dei buoni risultati: i nostri prodtti piacciono e la risposta è buona. Insomma, l’idea sta funzionando.

Quindi, per ora, continuate su questa strada?
Di base sì, ma abbiamo in programma delle novità. Due nuove linee, per cominciare, e poi delle partnership con punti vendita selezionati che possano valorizzare le nostre borse e permettere ai clienti che lo desiderano di vedere e toccare con mano, prima di comprare.

(sponsored by Qbags)

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