Diritti umani, eletta Pucciarelli tra i like ai “forni” e gli insulti alle coppie gay

Eletta la presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei Diritti Umani del Senato: si tratta della leghista Stefania Pucciarelli, che succede alla carica ricoperta – nella scorsa legislatura – da Luigi Manconi (Pd). La sua elezione è avvenuta con il voto determinante del M5S. La senatrice ha sconfitto la sua avversaria, Emma Bonino, che ha raccolto solo 8 voti. Ma la notizia fa già discutere perché, tra i tanti e le tante che stanno a Palazzo Madama, Pucciarelli sembra la meno idonea a ricoprire tale carica. Perché mai? Vediamolo insieme.

Quel like di troppo al post sui “forni”

Stefania Pucciarelli

Di origine spezzina, proprio da La Spezia arrivano critiche feroci, soprattutto da parte dell’esponente dem Federica Pecunia che sul suo profilo Facebook ha commentato così l’elezione della sua corregionale: «“Certe persone andrebbero eliminate dalla graduatoria dal tenore di vita che hanno. E poi vogliono la casa popolare. Un forno gli darei”. Questo un post al quale la senatrice avrebbe messo un like sui social network». In effetti, il termine “forni” ricorda un periodo, il nazismo, in cui i diritti delle persone erano in mano all’arbitrio di feroci criminali. Una caduta di stile non da poco, per essere gentili. E non finisce certo qui.

Gli insulti alle famiglie arcobaleno

Tra le varie esternazioni della senatrice, ci sono durissimi attacchi contro i rom, come riporta Fanpage, e contro i gay. Sulla comunità arcobaleno, si è espressa proprio contro l’omogenitorialità: «Uteri in affitto e bebè in vendita perché non si può averli in modo naturale? No, grazie» scriveva in una lettera aperta in un quotidiano on line della sua città. «Il sindaco di Torino Chiara Appendino e il sindaco di Roma Virginia Raggi negano i diritti dei neonati di avere un papà e una mamma. È una vergogna» ha commentato ancora, con buona pace della grammatica. E ancora: «Non riteniamo corretta la parificazione delle coppie dello stesso sesso, anche se unite civilmente, con quelle della famiglia tradizionale nel caso di una nascita di un bimbo».

L’occhiolino ai fondamentalisti cattolici

Sergio Lo Giudice

Una volta eletta, ha subito dichiarato quali saranno i suoi primi passi: «In questa giornata il mio pensiero va ad Asia Bibi, e a tutti i cristiani perseguitati dai fondamentalisti islamici a causa della loro fede». Strizza l’occhiolino ai fondamentalisti cattolici, Pucciarelli, che hanno strumentalizzato in più di un’occasione il caso della donna pakistana condannata a morte per blasfemia contro Maometto e recentemente liberata, in attesa dell’asilo politico in occidente. «Tratteremo presto in commissione il caso di Asia Bibi» ha detto ancora, ricordando come il destino della donna non può tenere indifferente una nazione a maggioranza cristiana come l’Italia.

Le critiche da Lo Giudice e Cirinnà

E anche in Senato scoppia la polemica: «L’elezione di Stefania Pucciarelli a presidente della Commissione diritti umani del Senato suona come una dichiarazione di guerra ai diritti» ha dichiarato Sergio Lo Giudice, responsabile Diritti civili del Pd. «M5S e Lega affidano il compito di vigilare sulla violazione delle libertà fondamentali a chi quelle libertà vorrebbe distruggerle. Povera Italia». E non la manda a dire nemmeno la senatrice Monica Cirinnà, che twitta: «A Stefania Pucciarelli dico che essere inclusivi significa non discriminare. Il nostro lavoro sui diritti deve essere uno strumento di critica costante, profonda e costruttiva nello spirito degli art. 2 e 3 Costituzione. O si è per i diritti, di tutte e tutti, o si è medievali».

Il ruolo determinante del M5S

Monica Cirinnà

Insomma, non che ci si aspettasse qualcosa di diverso dalla Lega. Partito che sembra fare del disprezzo delle diversità e dell’arroganza la sua cifra politica qualificante. Così come non stupisce più che il Movimento 5 Stelle permetta che un personaggio simile possa occuparsi di diritti umani. Solo ieri il sottosegretario Spadafora ha incontrato i rappresentanti delle associazioni Lgbt per la costituzione di un tavolo tecnico sui diritti. Il voto di oggi sembra dimostrare come esso sia solo l’ennesimo tentativo di maquillage arcobaleno da parte di un partito che non ha problemi a fare accordi con la parte più retriva del Paese. Ce ne ricorderemo, al momento opportuno.

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