“Sono sopravvissuto al pestaggio”: l’agghiacciante racconto di un attivista russo arrestato al Pride

Ancora una volta, il pride in Russia è stato represso con le forza e la violenza da parte della polizia.
Sabato 3 agosto scorso, un gruppo di attivisti e attiviste lgbt+ si sono radunati a San Pietroburgo, sapendo di sfidare la legge locale. Voluta da Putin nel 2013, la famigerata legge contro la “propaganda omosessuale” vieta qualsiasi forma di manifestazione pubblica.

Questo non ferma gli attivisti, però, che ogni anno tentano di manifestare pacificamente per rivendicare uguaglianza e diritti ma, prima di tutto, visibilità. Per aggirare il divieto, gli attivisti sono scesi in piazza come se fossero singoli individui e non un gruppo organizzato.

Questo non ha impediti alla polizia, anche quest’anno la polizia, è intervenuta con la violenza. Trenta persone sono state arrestate e torturate. Le loro testimonianze sono agghiaccianti.
La pagina facebook Mixed LGBTI riporta quella di Aleksei Nazarov.

“Sono sopravvissuto al pestaggio”

«Il mio #Pride (a #SanPietroburgo, ndr) si è concluso alle 4 del mattino del 4 agosto, quando sono tornato a casa in taxi.

Sono sopravvissuto all’abominevole detenzione illegale in Piazza, a San Pietroburgo, alle #torture su un bus della polizia (dove hanno spruzzato gas sui detenuti, senza acqua e senza poter andare in bagno).

Mi hanno fermato alle 17:40, sono arrivato al dipartimento di #polizia alle 21:10, dove ho trascorso più di tre ore.

Sono sopravvissuto al #pestaggio di un mio amico in quello stesso bus da parte dei poliziotti. Manganellate sulla testa, sullo stomaco, sulla schiena, ammanettati.

Sono sopravvissuto alla #detenzione illegale dei miei amici e conoscenti.

Sì, sopravviverò a tutti e tutto! Ancora e ancora uscirò con la bandiera #arcobaleno per le strade! E il San Pietroburgo #LGBT #Pride si terrà nel cuore di San Pietroburgo.

E non perdonerò mai nessuno per la mia #umiliazione, il dolore causato a me e ai miei amici. Non perdonerò mai a nessuno le mie lacrime, per l’impotenza e la disperazione vissuta alla stazione di polizia, dopo il mio rilascio, quando ho saputo che il mio amico non sarebbe stato rilasciato fino al mattino e che potrebbe dover affrontare accuse penali per aver presumibilmente attaccato gli agenti di polizia (anche se sono stati loro a picchiarlo).

Il mio #dolore mi rende più forte! Chiedo l’abrogazione di #leggi discriminatorie contro #gay, #lesbiche, #bisessuali, persone #transgender e altre persone della comunità LGBT. Chiedo l’adozione di leggi federali che garantiscano l’#uguaglianza e la protezione dei cittadini LGBT-russi contro la discriminazione e la violenza.

Ho il diritto di vivere, amare ed essere felice esattamente dove vivo.
Felice Pride!»

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