Persecuzioni di gay in Cecenia, Arcigay a Mattarella: “Non stringerà la mano di Putin in nome nostro”

Le recenti notizie giunte dalla Cecenia secondo cui le autorità locali starebbero perpetrando una vera e propria persecuzione ai danni dei gay, aprendo perfino campi di sterminio e tortura, sta suscitando reazioni preoccupate nella gay community internazionale. E proprio in queste ore il presidente Mattarella è in visita a Mosca il cui governo controlla quello ceceno. Proprio al presidente della Repubblica si rivolge Arcigay.

“Non stringerà la mano di Putin a nostro nome”

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Il leader ceceno Ramzan Kadyrov

In una nota, il segretario nazionale Gabriele Piazzoni manda un appello a Mattarella. Secondo Arcigay, quello che accade in Cecenia non è “un fatto isolato né inatteso: è l’esito estremo e raccapricciante della politica omofoba e violenta di Vladimir Putin”. Per voce del segretario, l’associazione chiede quindi alla massima carica dello Stato di tenere conto della situazione “quando incontrerà il collega russo”. “Quando stringerà quella mano – sottolinea Piazzoni – non lo farà nel nostro nome. La violazione dei diritti umani e i crimini che Putin esibisce o giustifica dentro e fuori dai suoi confini sono un punto ineludibile e in nessun modo trascurabile: auspichiamo che lo siano anche nella visita del Presidente della Repubblica Italiana in Russia”.

“Intervengano Alfano e Mogherini”

Si rivolge al ministro degli Esteri Angelino Alfano e all’Alta rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri Federica Mogherini, l’associazione radicale Certi Diritti.
“L’Associazione Radicale Certi Diritti ha seguito la vicenda – scrivono in un comunicato il segretario Leonardo Monaco e il responsabile per le questioni transnazionali Yuri Guaiana e ha interpellato Federica Mogherini e Angelino Alfano sollecitandoli a fare in modo che la diplomazia europea non resti con le mani in mano. La necessità di preservare gli equilibri geopolitici con la Russia non insabbi il ricorso storico messo in atto dalle autorità cecene”.

Certi Diritti chiede che “venga individuata e punita ciascuna violazione dei diritti umani” e che si solleciti il governo russo “affinché dia immediatamente luogo a un’inchiesta sulla detenzione illegale di sospetti omosessuali in Cecenia, attivando tutte le iniziative urgenti necessarie per l’invio di osservatori internazionali nella regione e concedendo immediatamente asilo ai sopravvissuti e alle vittime potenziali di questa follia”.

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