Non sembra esserci pace per lo studente che lo scorso anno scolastico era stato cacciato dall’aula e mandato in corridoio per la sua omosessualità. «La scuola non accetta nostro figlio perché è omosessuale» è la denuncia dei genitori. Il ragazzo infatti non sarebbe stato ammesso – secondo la ricostruzione dei genitori e secondo quanto riporta Repubblica.it – all’ultimo anno di un istituto cattolico lombardo.
A distanza di un anno, invece, i genitori non hanno potuto rinnovare l’iscrizione allo stesso istituto: «La prima volta abbiamo chiamato dopo la metà di luglio» racconta la madre, sempre secondo quanto riporta Repubblica «e ci hanno risposto di richiamare più avanti. E così abbiamo fatto. Una volta ancora ad agosto, e poi all’inizio di settembre. È stato allora che ci hanno detto che non c’era più posto, che era troppo tardi e che tutte le classi erano già state formate».
Compito della scuola, infatti, è quello di integrare e di accogliere tutti e tutte, a prescindere dalle differenze individuali. Eppure sono troppe le nubi che si addensano su questa storia e che non lasciano ben sperare. A cominciare dal comportamento del preside che, interpellato, preferisce rimanere in silenzio. Davvero una brutta pagina per il mondo dell’insegnamento (l’omofobia viene proprio dai docenti) e, soprattutto, per il ragazzo escluso da quello che è un suo diritto e leso nella sua dignità.
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