Si terrà l’8 settembre, a Rimini, il Network Day, organizzato da Rebel Network, rete di attiviste che vuole «restituire al termine Femminismo la sua valenza portatrice di equità e diritti, lontana dalle strumentalizzazioni che lo riducono a una contrapposizione al maschile precostituita». L’appuntamento vuole essere «una “chiamata nazionale” per arginare la deriva violenta e in pieno contrasto con i valori costituzionali, una deriva che esaspera il malessere sociale e mette in discussione libertà e diritti acquisiti».
Viviamo in tempi non semplici. Il razzismo, il sessismo e il disprezzo per i diritti umani, la diffidenza verso l’altro/a da sé sembrano essere moneta pagante nella società odierna. Il Network Day vuole essere una risposta a tutto questo: «Sono tante nel nostro Paese le associazioni e tanti i movimenti della società civile impegnati per i diritti umani, la giustizia sociale, il lavoro, l’informazione, la cultura, l’ambiente, l’economia e la legalità, in un’ottica progressista e antifascista». Eppure tutto questo, da solo, non è sufficiente. «È tuttavia evidente» apprendiamo ancora «la necessità di un lavoro comune capace di amplificare l’impegno di ognuno e di dare messaggi condivisi e potenti a politici, decisori, media».
Accanto all’Italia che presta il fianco a quei fenomeni di deterioramento democratico, ne abbiamo un’altra che fa dei diritti umani e della convivenza civile il suo faro: «C’è un Paese che esiste, che deve e vuole trovare un modo non violento per dare corpo alla propria rabbia, alla propria coscienza, al proprio desiderio di un cambiamento che sappia costruire senza demolire i principi fondamentali della democrazia» recita il manifesto programmatico dell’evento. «C’è un’Italia che vuole prendersi cura della sua Storia, della sua Cultura, del suo Territorio e delle persone che la abitano».
L’appuntamento per coordinare le energie migliori della società civile è, dunque, convocato per il prossimo 8 settembre, a Rimini e si terrà al Teatro degli Atti, in collaborazione con il Comune, che patrocina l’evento, e il centro antiviolenza Rompi il Silenzio. Altre notizie verranno pubblicate sia nel sito, sia nella pagina su Facebook. Moltissime, intanto, le adesioni dal mondo dell’attivismo politico e sociale: dalle associazioni contro la violenza di genere, come D.i.re, alle realtà del mondo dello sport come Assist – Associazione Nazionale Atlete. E ancora, le realtà ambientaliste, quali Green Peace Italia, o come Ridim, la Rete italiana delle Donne Immigrate, fino a quelle interne al mondo Lgbt, come Agedo, i Sentinelli e Stonewall.
«I lavori in programma l’8 settembre inizieranno alle ore 10.00, si concluderanno alle 18.00» possiamo leggere ancora «e saranno aperti al pubblico. Associazioni e movimenti potranno iscriversi a parlare scrivendo alla segreteria organizzativa eventi@rebelnetwork.it». Un’occasione da non perdere, insomma, per ricordare a chi ha l’ardire di rappresentarci e a parlare a nome di tutti e tutte noi, che c’è un altro Paese reale. Ed è quel paese che, attraverso le grammatiche della ribellione, parla un linguaggio decisamente diverso da quello della degenerazione democratica attualmente in corso.
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