La notizia ha sconvolto milioni di fan in tutto il mondo: Sense8, la serie ideata dalle sorelle Wachowski e mandata in onda per due stagioni, è stata cancellata da Netflix dalla sua programmazione. Subito si è fatta sentire la protesta sui social network, al punto che su Twitter il titolo della trasmissione è divenuto trend topic in tutto il mondo.
Diverse le reazioni sulla rete, che oscillano tra sconforto, rabbia e ironia: «Si sta come a giugno bestemmiando contro Netflix» scrive Georgetsex, mosso da afflato poetico. «”Netflix non ti deluderà mai” dicevano», commenta con sarcasmo Iulian_nita. «Cancellata una delle serie più belle dell’ultimo decennio per fare spazio a serie stupide. Netflix a sto giro hai steccato» è la bocciatura senza appello di ILoveDelenaNian. «Almeno la decenza di fare un film per completare la storia quanto meno? Comunque senza parole» spera e si lamenta Amoresquallore. Non meno arrabbiati (e teneri) gli utenti di Facebook, tra chi accusa il canale di fare denaro con serie di scarsa qualità e, addirittura, insulti veri e propri. Insomma, sul web è rivolta.
Nasce intanto una petizione su Change.org per fare in modo che la serie possa continuare o abbia comunque un finale. Si legge, nel testo: «L’annullamento della terza stagione di Sense8 era totalmente inaspettato. Non sappiamo, per il momento, i motivi di tale decisione. Eppure è strano che una serie che ha ricevuto tante risposte positive da un pubblico ampio e diversificato venga annullata». L’appello continua ricordando che i fan vorrebbero «una spiegazione ragionevole per la cancellazione», ribadendo l’importanza dei valori trasmessi dal telefilm, ovvero quel «messaggio di amore, diversità e rispetto» che ha appassionato milioni di persone in tutto il mondo.
Ed in effetti l’armonia e la celebrazione della diversità rappresentano il nucleo centrale di tutta l’opera: il pubblico, specialmente quello Lgbt, si è affezionato ai personaggi di Nomi Marks, donna transessuale e abile hacker, e di Lito, l’attore messicano che si avvia verso un difficile eppure importante percorso di coming out. Affronta il discorso dell’interculturalità, attraverso i rapporti a distanza tra culture diverse, come nella romantica relazione tra l’indiana Kala e il tedesco Wolfgang. «Non è solo una serie TV» conclude il testo della petizione «ma un nuovo modo di vedere gli altri: con l’accettazione, amore e comprensione». Insomma, spettatori e spettatrici hanno espresso il loro parere. Speriamo solo che Netflix ci ripensi.
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