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Tweet di minacce a Tommaso Cerno: “Ecco il nostro obolo” con la foto di un patibolo

“Questo il nostro obolo per te”. Segue la foto di un patibolo. E’ questo il contenuto di un tweet mandato a Tommaso Cerno in risposta ad una sua immagine elettorale.
Cerno, giornalista e dichiaratamente gay, è candidato con il Pd per le elezioni del 4 marzo. Ieri ha pubblicato sul proprio profilo una sua foto accompagnata da questa frase: “Dopo 25 anni di racconto dell’Italia, sento il dovere di restituire qualcosa alla mia terra, al mio Paese, all’Europa”.
La risposta non si è fatta attendere e si innesta perfettamente nell’avvelenato clima che accompagna questa campagna elettorale.

Il tweet di minaccia

“Sporgerò denuncia”

“Non è la prima volta che ricevo minacce sui social – commenta Cerno in una nota -. Usano sempre il patibolo. C’è chi mi vuole vedere morto. Sono minacce che non mi intimidiscono nel portare avanti le mie battaglie di libertà e per i diritti. Ma sono determinato anche questa volta a sporgere denuncia”. Anni fa, lo stesso Cerno aveva già denunciato un altro utente dei social network che lo aveva insultato con commenti omofobi. Anche in quel caso venne usata l’immagine di un patibolo. “Anche in rete ci vuole responsabilità – continua -. Non può essere una terra di pazzi e di estremisti che agiscono impunemente. Quello che mi preoccupa di più è il clima politico avvelenato in cui si sta svolgendo questa campagna elettorale. I social sono in parte lo specchio di un inasprimento di toni. Non c’è da stupirsi che ci siano gli hater se c’è chi ogni giorno soffia sul fuoco dell’odio”.

La solidarietà

Molti i messaggi di sostegno a Cerno giunti da altri utenti di Twitter, ma anche da esponenti del suo partito. Solidarietà di Sergio Lo Giudice, senatore del Pd. “Vicino a @Tommasocerno per la disgustosa minaccia – ha twittato -. I seminatori d’odio spargono veleni che loro stessi non riusciranno a controllare uscente”.
“La violenza anche social deve essere punita – è il messaggio inviato dall’onorevole Emanuele Fiano (Pd) -. Non mi importa ne chi sia l’autore ne chi sia l’oggetto del discorso d’odio. Va repressa”. Vicinanza al giornalista ha espresso anche la senatrice Monica Cirinnà. Cerno, per Cirinnà, è “vittima di #Haters che con schifosi rigurgiti fascisti pensano di intimidire chi lavora per i diritti”.

Arcigay e l’adesione alla manifestazione di Anpi

Anche Arcigay ha inviato un comunicato di solidarietà. Nella nota, il segretario nazionale Gabriele Piazzoni spiega che “sentiamo l’urgenza di rivolgere un appello affinché tutte le forze che hanno a cuore la democrazia mettano in campo un rifiuto inequivocabile nei confronti della violenza che vediamo strategicamente iniettata in questa stagione elettorale”. “Arcigay ha già dato la propria adesione alla manifestazione che Anpi ha indetto per sabato 10 febbraio a Macerata – prosegue la nota -, a seguito del grave atto di terrorismo di cui la città è stata teatro, per portare la solidarietà di tutto il Paese alle vittime”. La manifestazione di Macerata deve essere, per Piazzoni, “l’occasione ineludibile per le forze democratiche di questo Paese di mandare un segnale forte a chi specula sulla paura e inietta violenza”.

Boldrini decapitata

Quello di Cerno non è certo il primo caso di minacce e attacchi violenti sui social network. La presidente della Camera Laura Boldrini è da tempo ormai vittima di messaggi intimidatori, fake news e insulti di ogni genere. Un fenomeno che negli ultimi giorni ha raggiunto livelli preoccupanti dopo la pubblicazione su Facebook di alcune immagini che la ritreaevano decapitata o con una cesoia che le pendeva sulla testa. Immagini denunciate dalla pagina Facebook dei I Sentinelli di Milano. Grazie alla loro denuncia, la polizia ha potuto identificare l’autore del primo post.

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