Si eccita guardando piangere il partner: trasgressione, parafilia o disturbo?

Recentemente il film “Kiki e i segreti del sesso” (Leon, 2016) ha portato sul grande schermo la tematica delle parafilie. Il film racconta le storie di cinque coppie che esplorano le loro diverse sessualità atipiche ed evidenzia le sfaccettature di come le coppie in questione cerchino di raggiungere la felicità. In particolare vengono rappresentate una donna che si eccita nel vedere il proprio compagno piangere (dacrifilia); un’altra è affetta da arpaxofilia ovvero si eccita quando viene derubata; un’altra ancora soffre di efefilia, eccitandosi quando tocca tessuti morbidi ed un uomo, affetto da sonnofilia, ovvero ha bizzarre fantasie mentre la moglie dorme.

parafilie3Ma cosa sono le parafilie?

Il termine parafilia è un termine scientifico che deriva dal greco “filìa” (attrazione) e “para” (deviazione) che ha sostituito verso gli anni ‘80 i termini “perversione sessuale” e “deviazione sessuale” che ancora oggi vengono utilizzati nel linguaggio comune, perpetrando una posizione fortemente giudicante verso quelle persone che vivono una sessualità atipica e che, probabilmente, la vivono anche come disagio personale e relazionale. Dunque, il termine parafilia indica un tipo di attrazione sessuale o sentimento verso tutto ciò che non è normativo e che può essere considerato diverso. Si tratta, cioè, di una sessualità non-tipica vissuta, agita o semplicemente fantasticata, che deve fare i conti con il concetto di “normalità”.

Le caratteristiche fondamentali delle parafilie consistono in ricorrenti e intensi impulsi sessuali e fantasie sessualmente eccitanti e si differenziano in base all’atto o all’oggetto verso cui si indirizzano. Nel primo caso si tratta di predilezioni per attività erotico-sessuali “inconsuete” come accade, ad esempio, nel “froutterismo”, per cui si prova eccitazione sessuale strofinando, sfregando o premendo parti del corpo su qualcosa o su parti del corpo di un altro individuo (ad esempio la cosiddetta “mano morta” nei contesti pubblici e affollati).

Riguardano, invece, gli oggetti quei comportamenti sessuali atipici come il feticismo per cui l’eccitazione sessuale è legata ad oggetti qualsiasi che attivino l’immaginario erotico dell’individuo. Infine, si trovano molteplici comportamenti parafilici “non altrimenti specificati” (NAS) che possono avere differenti focus erotici non umani quali animali ad esempio, nel caso della zoofilia o persone non consenzienti come nel caso della necrofilia.

Un’importante modifica nella classificazione di tali comportamenti sessuali è stata fatta all’interno dell’ultimo Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali DSM 5 (2013) che distingue la parafilia dal comportamento parafilico. Vengono considerate parafilie tutti quei comportamenti sessuali atipici per i quali il soggetto sente una forte e persistente eccitazione erotico-sessuale. Tale condizione, però, è vissuta in maniera egosintonica ovvero non intacca la vita personale, relazionale, affettiva e sociale dell’individuo e non provoca disagio. Quando il comportamento parafilico diventa invece una forma di dipendenza e il soggetto accusa un certo disagio interpersonale (egodistonia), allora si parla di Disturbo Parafilico. parafilie1Il Disturbo Parafilico è quindi una parafilia, ma il soggetto, oltre ad avere un intenso e persistente interesse sessuale per particolari attività erotico-sessuali, vive un vero e proprio disagio, tanto da arrecare danni a se stesso e/o agli altri (Quattrini, 2015).

Quella che chiamiamo normalità, in tal senso, è un concetto sociale legato alla cultura dominante e alla regolamentazione delle masse, ovvero alla possibilità di avere comportamenti uniformati a quelli della collettività. Dunque il concetto di normale/anormale va ridefinito ed educato in una società che dovrebbe assumere posizioni non giudicanti nei confronti dell’altro diverso da sé. Ecco, quindi, l’importanza di individuare l’esperienza erotico-sessuale dentro un continuum che, a differenti livelli, può allontanare gli stereotipi, promuovendo il benessere per tutti. Tale continuum, descritto da Quattrini (2015) definisce una linea che va da un punto considerato normativo fino all’estremo opposto che è il sex offender (atto criminoso). Tra i due estremi si passa attraverso la trasgressione, la parafilia e il disturbo parafilico. Riconoscere il tipo di comportamento atipico, all’interno di questo continuum, dunque, permette anche di riconoscere il disagio relativo o il tentativo, più banale, di trasgredire a quella che la colettività definisce come “norma”.

(nelle foto alcune immagini dal film “Kiki e i segreti del sesso”)

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