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Matrimonio tra due donne a Bologna: negata la location

La data era fissata da tempo, un sabato di giugno, le partecipazioni stampate, la musica pronta, le luci scelte, come anche il menu, gli allestimenti e, ovviamente la location, nel bolognese. Era tutto pronto per il matrimonio di Elisa e Giulia (i nomi sono di fantasia, per questioni di privacy). Ma qualche giorno fa è arrivata la doccia fredda: la proprietaria della location scelta, con una email di poche righe, ha disdetto tutto senza neanche fornire una data alternativa e con una motivazione davvero poco chiara. Cos’era cambiato? A sentire le future spose, i proprietari hanno capito solo allora che a sposarsi sarebbero state due donne e non un uomo e una donna, “ma noi non ne avevamo mai fatto mistero”, precisano.

“La proprietaria, con cui non avevamo mai parlato, ha scritto ai ragazzi che si occupano del catering e che ci stanno aiutando nell’organizzazione di tutto – spiega a Gaypost.it Giulia, alquanto turbata – dicendo che si è resa conto che in quella data la location è già impegnata e che quindi il nostro matrimonio non si potrà fare. Questo dopo ben quattro sopralluoghi e dopo che la data era stata bloccata all’inizio di febbraio. Ora dobbiamo ricominciare tutto da capo, in due mesi”.
Le due ragazze stanno insieme da nove anni e lo scorso marzo Elisa ha fatto la proposta di matrimonio a Giulia. “Mi ha portata sulla spiaggia, durante un compleanno a cui partecipavano tutti i nostri amici – racconta Giulia -. Lì mi ha dato l’anello di diamanti e mi ha chiesto di sposarla. Erano tutti commossi, tranne me che sono rimasta talmente sorpresa da non riuscire nemmeno a commuovermi. Naturalmente, ho detto sì”.

Poi, la scelta di dove sposarsi, dato che in Italia non è possibile. Dopo una serie di valutazioni, Giulia ed Elisa avevano optato per il Portogallo. Poi l’opzione unioni civili si è fatta sempre più concreta e, dato che il matrimonio contratto all’estero, una volta approvata la legge, sarà registrato in Italia come una unione civile, le due donne hanno deciso di rinunciare al Portogallo e fare tutto in Italia. Quando ci sarà la legge, ovviamente. Ma hanno comunque voluto organizzare un matrimonio simbolico, con tutti i crismi: la festa, gli invitati, una location che fosse perfetta, la musica e tutto il resto. Dopo una serie di sopralluoghi, a febbraio bloccano una villa, in provincia di Bologna, di cui “ci siamo innamorate”, spiegano.

“Fin dal primo sopralluogo – racconta sempre Giulia – abbiamo parlato con una dipendente, non con i proprietari. E quel giorno andai io con i ragazzi del catering. Ricordo perfettamente di avere detto che sto con un’altra donna“. Fissata la location a febbraio, Giulia e Elisa hanno cominciato a pensare a tutto il resto, anche a stampare le partecipazioni. L’ultima cosa da definire erano le luci. “Sono andata con chi doveva allestire le luci, quella sera – continua la donna -. C’era sempre la stessa collaboratrice. C’erano anche delle sue amiche, che hanno chiesto chi fosse lo sposo. Ho ripetuto che non c’è alcuno sposo, ma due spose. Da parte loro ho visto moltissimo entusiasmo. ‘Le feste gay sono sempre le migliori!’ hanno esclamato, annunciandomi che avrebbero voluto partecipare anche loro”. Tutto sembrava pronto. Invece, tre giorni dopo quest’ultima visita alla villa, arriva l’email della padrona che disdice tutto.

“Quando i ragazzi del catering mi hanno chiamata per dirmelo – racconta ancora Giulia – siamo rimaste di ghiaccio. Non ci potevamo credere. Abbiamo pianto, anche, prima di chiederci come fosse possibile che solo ora si fossero resi conto che la data era occupata”. È lì che è sorto il dubbio che la ragione fosse un’altra. Giulia tenta più volte, senza riuscirci, di parlare con la proprietaria della villa, che aveva mandato l’email. Quando finalmente ci riesce, quello che sente dall’altro capo del telefono la lascia ancora più incredula. “Avevo il sospetto che il motivo reale fosse che siamo due donne – spiega -, ma ho voluto dare il beneficio del dubbio. Ho proposto alla signora un range di date che andava da adesso a ottobre, dicendole che poteva scegliere qualsiasi giorno, anche in mezzo alla settimana. Ma niente, ha risposto che era tutto pieno e che comunque la loro location, essendo una villa di famiglia, è più adatta a feste familiari, perché lì loro vivono con i bambini“. Eppure, tra gli invitati di Giulia ed Elisa ci sono i loro genitori e tutti i loro parenti, oltre che gli amici. È, a tutti gli effetti, una festa di famiglia.

“Le ho ribadito che era un matrimonio e che loro hanno fatto tanti ricevimenti di nozze – continua la donna -, ma lei ha farfugliato che pensavano di smettere di organizzare matrimoni e che forse se ne poteva parlare l’anno prossimo, anche se avevano in mente di fare dei lavori”. Insomma, nessuna data alternativa, nessuna possibilità di conciliazione, a due mesi dal ricevimento quando tutto è ormai pronto. Un danno enorme per la coppia che per questo ha deciso di rivolgersi agli avvocati Michele Giarratano e Cathy La Torre dello studio Gay Lex. Le ragazze però, non hanno dubbi: la ragione vera per cui la location, improvvisamente, non è più disponibile, è che si tratta di due donne. “Il matrimonio si farà comunque, e si farà nella data che abbiamo deciso noi – conclude Giulia, ancora molto arrabbiata per l’accaduto -. Ma questa storia non può finire qui. L’ho detto alla signora che ci ha procurato un danno e che la sua non volontà di trovare una soluzione comporterà delle conseguenze”.

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