La vicenda di Rossana, lavoratrice in transizione a cui era stato vietato di indossare abiti femminili sul posto di lavoro, è purtroppo molto simile a quella di altre persone transessuali.
Accade spesso, infatti, che la transizione non sia accettata positivamente sul luogo di lavoro.
Da ciò nasce l’esigenza di spiegare esattamente quali sono i diritti sul lavoro di una persona transessuale che inizia la sua transizione per il cambiamento di sesso.
La Disforia di Genere, del resto, è uno stato in cui il sesso biologico del soggetto non corrisponde al genere percepito e la sua “evoluzione” prevede l’adeguamento dei tratti somatici alla percezione psichica di sé.
Questo adeguamento, riguarda, come ovvio che sia, tutti gli ambiti della vita di una persona, compreso l’ambito lavorativo.
Dopo aver inviato questa comunicazione se, come nel caso di Rossana, i vostri datori di lavoro vi dicono che “non accettano” la vostra transizione, o addirittura vi impediscono di esprimere la vostra identità di genere sul posto di lavoro, o vi discriminano con offese, derisioni, demansionamenti dovrete ricordare loro che:
Quindi come persona trans POTETE pretendere un trattamento equiparato a quello di ogni altro lavoratore.
POTETE ribellarvi ad ogni “intimidazione”, scherno, dileggio o discriminazione subita in ragione della vostra transizione e farvi supportare da legali esperti nel contrasto alle discriminazioni.
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