Politica&diritti

Le guide di Gay Lex: cosa è cambiato per i partner stranieri con la legge sulle unioni civili

Dopo aver letteralmente sofferto per mesi (ma forse sarebbe meglio dire oltre 30 anni) per l’approvazione della legge sulle unioni civili, è bello vedere come la legge 76/2016 (seppur menomata in alcune parti) abbia degli importanti riflessi pratici sulla vita delle persone.

È di pochissimi giorni fa la notizia della sentenza n.44182/2016 della Prima sezione Penale della Corte di Cassazione che, applicando la “legge Cirinnà” ha revocato l’espulsione inflitta dal Tribunale di Sorveglianza di Torino nel dicembre 2014 ad un cittadino marocchino.

Avevamo già spiegato qualche settimana fa come in tema di diritto dell’immigrazione l’unione civile estenda al partner straniero gli stessi diritti previsti con il matrimonio. Questa interpretazione è stata poi confermata negli schemi dei decreti attuativi.
Con questa sentenza la Corte di Cassazione va oltre perché ritiene che sia sufficiente ad “acquisire lo status familiare riconosciuto dalla legge” (utile ad evitare l’espulsione) anche una convivenza di fatto così come prevista nella seconda parte della legge 76/2016, per coppie sia omosessuali che eterosessuali (come in questo caso specifico).
Il Tribunale di Sorveglianza di Torino a cui è stato rimesso il caso, dunque, dovrà applicare il principio di diritto affermato dalla Suprema Corte per cui “la convivenza dello straniero con una cittadina italiana riconosciuta con contratto di convivenza disciplinato dalla legge 20 maggio 2016 numero 76 è ostativa all’espulsione a titolo di misura alternativa alla detenzione (…) e tale causa ostativa deve essere valutata se sussistente o meno al momento in cui l’espulsione viene messa in esecuzione”.

In coda è importante poi rilevare come la Suprema Corte parli della legge sulle unioni civili come di “nuove regole accolte dall’opinione pubblica, dagli operatori e dai teorici del diritto come una disciplina epocale”.

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