L’immigrazione è un argomento molto dibattuto e che suscita reazioni spesso estremamente contrapposte tra loro, spesso ben lungi dai tentativi di trovare il modo giusto per affrontare il tema. Di luoghi comuni e stereotipi, sui migranti e sui richiedenti asilo, sono pieni giornali e, soprattutto, i social network. A Gaypost.it siamo convinti, però, non solo che la questione dei diritti e del rispetto delle diversità non possa che essere affrontata in modo trasversale, ma anche che siano le storie delle persone a farci conoscere e comprendere le loro istanze. Sono le storie a creare quell’empatia che permette di superare i pregiudizi.
Per questo, abbiamo deciso di ospitare la storia che Jonathan Rosa ha raccontato sul suo profilo Facebook dopo avere conosciuto John Kelvin, un rifugiato nigeriano, laureato in meteorologia, che per integrarsi e rendersi utile alla comunità che lo ospita ha deciso di pulire le strade di Roma (e i romani sanno quanto ce ne sia bisogno!).
Ecco, allora, la storia di John Kelvin.
di Jonathan Rosa
Chi è John? – In verità non lo so nemmeno io. Ma desidero dare grande visibilità alla sua iniziativa.
Sabato mattina, 8 aprile us, camminavo per via Alessandria a Roma e ho notato che il marciapiede era pulitissimo. Qua e là c’erano dei mucchi di spazzatura che questo ragazzo raccoglieva con la scopa.
In un angolo c’era un messaggio con scritto:
“Gentili signore e signori, desidero integrarmi onestamente nella vostra città senza chiedere l’elemosina! Da oggi terrò pulite le vostre strade.
Vi chiedo soltanto un contributo di soli 50 centesimi per il mio lavoro.
Buste, scope, palette e altro materiale per la pulizia sono bene accetti. Grazie”.
Ho lasciato il mio contributo e mi sono avvicinato a John per ringraziarlo del suo lavoro. John ancora non parla l’italiano, così abbiamo conversato in inglese.
Gli ho chiesto se per lui andava bene che scattassi qualche foto per provare a dare maggiore visibilità al suo progetto e lui ha accettato di buon grado. Le trovate con questa nota e vi invito a diffonderle.
Gli ho chiesto l’amicizia in Facebook (mi ha detto che la foto del profilo è quello della sua mamma e gli sono venuti i lucciconi nei suoi occhi che probabilmente hanno visto troppo) così che lo possa taggare.
Con ogni probabilità John sogna altro per sé e io vorrei che potesse farlo. Nell’attesa ridà bellezza ad un’Urbe sfregiata. E magari qualcuno gli potrà offrire un vero lavoro retribuito?
John, ti auguro buona fortuna.
Vi sarei grato se voleste condividere questo messaggio.
Sul profilo di Rosa, sotto questa storia, alcune altre utenti di Facebook hanno scritto di aver visto John Kelvin pulire il marciapiede sotto casa loro. Una di loro, che lo incontra spesso vicino piazza Bologna, scrive che “è cortese, educatissimo, colto. Un piacere fermarsi a chiacchierare” e che “ha un figlio che accompagna a scuola tutte le mattine”. Le testimonianze nei commenti raccontano di più ragazzi: due, forse tre. Insomma, John Kelvin non sembra essere l’unico ad avere scelto questo modo per farsi conoscere e integrarsi nella Capitale. Speriamo solo che diffondere questa storia aiuti ad avere una prospettiva diversa sul fenomeno dei migranti e, magari, che aiuti John a trovare un lavoro regolare.
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