Il ministro della Salute israeliano ha ritirato le linee guida che prevedevano la sepoltura previa cementificazione del corpo per le persone con HIV. A darne notizia è Pink News che aveva sollevato il caso portandolo all’attenzione internazionale dopo che solo il quotidiano israeliano Israel Hayom ne aveva parlato.
Secondo le direttive, i corpi di persone affette da HIV e altre malattie infettive, dovevano essere posti in buste di plastica ed etichettate con il nome della patologia, trasportate in ambulanze lontane da chiunque, compreso il personale medico, e poi sepolti solo dopo essere stati ricoperti da cemento o, in alternativa, a distanza di almeno 10 metri dalle altre tombe.
Dopo il clamore internazionale della notizia, l’ultra-ortodosso ministro Yaakov Litzman ha fatto sapere che ritirerà buona parte delle prescrizioni e che sarà richiesto “solo” il tracciamento della posizione delle salme per sapere dove si trovano.
Sebbene la decisione non sia stata accompagnata da scuse nei confronti delle person HIV+, l’associazione AIDS Task Force ha accolto con favore la scelta di ritirare le linee guida che, oltre ad essere illegali e ingiustificate, contribuivano notevolmente a perpetrare lo stigma contro le persone con HIV.
“Ringraziamo il giornale filo-governativo Israel Hayom per aver sollevato il caso delle odiose linee guida del ministro della Salute israeliano che prevedevano l’etichettatura dei cadaveri di persone morte di malattie infettive, compreso l’AIDS – dichiara in una nota Leonardo Monaco, segretario dell’associazione radicale Certi Diritti -. Ci uniamo alla richiesta dell’associazione israeliana Task Force contro l’AIDS affinché anche l’ultima direttiva (quella del tracciamento, ndr) venga ritirata. L’accanimento sui corpi senza vita delle vittime dell’HIV è frutto di una furia ideologica veramente inquietante”.