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L’incredibile mossa della sindaca di Cascina: per discriminare i gay, penalizza anche gli etero

Per una sindaca leghista che celebrerà le unioni civili attenendosi alla legge, un’altra continua la sua battaglia contro i diritti delle coppie gay e lesbiche. È Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina (Pi), già nota per avere dichiarato che non solo non celebrerà unioni, ma che ha delegato un team di avvocati perché trovino la via legale per opporre l’obiezione di coscienza. L’ultima novità riguarda l’uso dei locali del comune per la celebrazione dei matrimoni e, di conseguenza, per le unioni civili.

La giunta guidata da Ceccardi ha infatti approvato la delibera 163 del 4 Ottobre 2016 in cui si chiede di modificare il regolamento stabilendo che nella sala consiliare si possano celebrare matrimoni solo se a farlo sono “Consiglieri Comunali e Assessori in carica muniti di specifica delega rilasciata, per i singoli matrimoni, dal Sindaco pro – tempore”. In sostanza, tramite lo strumento della delega, sarà la sindaca a decidere chi potrà sposarsi nella sala consiliare e non è un caso che manchi ogni riferimento alle unioni civili. Dato che Ceccardi ha, appunto, fatto sapere che non intende dare spazio alle unioni civili nel suo comune, è facile immaginare che mai delegherà alcuno a celebrarne nella sala consiliare.

Un altro modo per discriminare le coppie omosessuali, tra l’altro, a scapito anche delle coppie etero che vogliono sposarsi, che, magari, vogliono che il proprio matrimonio sia celebrato da qualcuno che non sia la sindaca, un assessore o un consigliere comunale e che, per questo, saranno costrette ad optare per chissà quale stanzetta.
Ma c’è di più. La delibera potrebbe avere profili di illegalità: non si capisce, infatti, quale sia la ragione per fare delle differenze tra chi viene sposato (o unito civilmente) dalla sindaca, da un assessore o da un consigliere e chi, invece, no.

Anche secondo la lista civica Cascini@mo, oltre che discriminatorio il provvedimento sarebbe anche illegale. “Il DPR 396/2000 all’art. 1 prevede che il sindaco possa delegare alla celebrazione chiunque abbia i requisiti per l’elezione a consigliere comunale – scrivono i consiglieri di opposizione -. La Giunta chiede alla Macrostruttura Affari Generali di predisporre una bozza di delibera che modifichi il disciplinare nel senso di accordare l’uso della sala solo nel caso in cui il rito sia celebrato dai consiglieri e dagli assessori attualmente in carica e su delega del sindaco.

Ci chiediamo: è mai possibile che sia sfuggito che tale modifica, è contro il DPR che non prevede alcuna restrizione per la concessione delle deleghe da parte del sindaco? Senza dubbio è una svista, non possiamo davvero credere a tanta ignoranza in materia! (…). Non è che la sindaca vuole delegare solo chi le pare? Per esempio solo i consiglieri o gli assessori fedeli alla sua linea di non celebrare le unioni civili – si chiedono ancora da Cascini@amo -? Non è che, magari, solo magari ovvio, c’è un intento discriminatorio? A voi, fatevi un’opinione!”.

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