Giovane trans trovata morta vicino ad un fiume: si sospetta il suicidio

Il corpo senza vita di Jai Bornstein, una ragazza trans di 19 anni, è stato trovato vicino al fiume del parco Bakersfield, in California. La polizia non ha ancora dichiarato la causa della morte, ma accanto al suo corpo è stata trovata una pistola e si sospetta il suicidio.
Jai è stata vista viva, l’ultima volta, lo scorso 27 dicembre quando un autista di Uber l’ha accompagnata nei pressi del fiume verso cui l’ha vista dirigersi. Da quel momento, nessuno ha più avuto sue notizie, fino al ritrovamento del corpo, sabato scorso.

L’ammissione dal padre

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Jai Bornstein

Stando a GayStarNews, il padre ha confermato di averla vista lasciare casa il 27 mattina con la pistola e l’intenzione di uccidersi, ma non di non aver pensato che potesse farlo davvero.
Jai è stata seppellita dopo un tradizionale funerale ebraico lo scorso 2 gennaio e la sua famiglia ha diffuso una nota a tutta la comunità.

Il comunicato stampa della famiglia

“Vogliamo ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutati a cercare Jai e per l’amore e il sostegno che la comunità ci ha dato. Questa settimana, durante i nostri sforzi per trovare Jai, abbiamo capito cosa si può fare quando tutti si uniscono e rispondono come comunità. Ora il nostro appello ai nostri amici, vicini e compagni di comunità è di non permettere che la morte di Jai sia la fine di tutto.

Pensare a Jai ogni volta che un membro della vostra famiglia o un amico fa coming out come persona LGBT e/o di genere non conforme, quando ascoltate le notizie o quando c’è un dibattito sui bagni pubblici. Durante le conversazioni in ufficio o a tavola per la cena, ricordate che l’attivismo comincia con il dialogo. Ricordate che attivista appassionata e amabile fosse Jai.

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L’appello per ritrovare Jai, dopo la scomparsa

Ricordate quanto ha lavorato duro per incoraggiare le persone ad ascoltare le storie e le necessità delle persone trans. Possiamo onorare Jai creando nelle nostre vite, nelle scuole, nelle case e nei nostri cuori spazi per i giovani LGBT e di genere non conforme. Inoltre dobbiamo riconoscere la complessità della personalità di Jai e la sua battaglia di vivere da ebrea in un posto dove la maggior parte delle persone ha una fede diversa.

Essere diversi in un mondo in cui spesso le differenze non sono accolte, è una sfida che molti di noi non riescono mai a capire fino in fondo e tutto quello che possiamo fare è lavorare per facilitare questa battaglia per gli altri. Insieme possiamo rendere questo mondo più sicuro e migliore per i giovani come Jai, trattando chiunque incontriamo con dignità e rispetto, a prescindere da quanto diversi possano apparire gli altri”.

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