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Gestazione per altri: procreatrici si nasce, madri si diventa

Donne sfruttate, bambini strappati al seno materno, legami tragicamente tagliati, figure materne sottratte a neonati innocenti. Sono alcuni degli elementi della narrazione di chi si oppone alla gestazione per altri, convinto che non ci sia possibilità che una donna scelga di portare avanti una gravidanza per altri e che, comunque, un bambino nato così non possa crescere serenamente.
I colpevoli di uno scempio simile, in questa ottica, sono i padri gay rei di confondere “desiderio” con “egoismo” e anche di avere i soldi per permettersi di ricorrere alla gpa.
“L’ospite e l’atteso. Di chi il dono e di chi il desiderio?” è il tema dell’intervento che la dottoressa Manuela Fraire, psicoanalista e membro della Società Psicoanalitica Italiana, terrà il prossimo 10 marzo al convegno “Gestazione per altri e altre”, a Roma.
“Il punto su cui le donne non si interrogano abbastanza – spiega Fraire – è la differenza tra una gravidanza e una maternità”.

Dottoressa, cosa intende dire?
Intendo dire che procreatrici si nasce, a meno di problemi di sterilità, ma madri si diventa. Provare che il proprio corpo è in grado di procreare, non significa che quella donna sia una madre. Ma queste cose sono scritte nere su bianco in letteratura fin dall’inizio del secolo scorso: non ce le stiamo inventando adesso. E poi c’è un’altra questione che dobbiamo dirci con molta chiarezza.

La dottoressa Manuela Fraire

Quale?
Sembra che la gestazione per altri sia una novità di questi anni. Invece nel corso della storia è sempre intercorsa la possibilità che una potesse partorire un figlio per un’altra che non poteva. Le cose sono cambiate da quando sono arrivate le leggi e le regolamentazioni. Lì, nella testa di molti, è scattata la fantasia che si tratti di una violenza. In realtà non c’è proprio nulla che avvenga bruscamente. I rapporti tra la gestante e i genitori intenzionali (gay o etero che siano)intercorrono da subito, continuano per tutta la gravidanza e spesso anche dopo. Non c’è niente che avvenga bruscamente o violentemente. E’ una bugia.

Sul banco degli accusati ci sono sempre le coppie di padri gay che hanno avuto figli con questa pratica.
La gpa è, di fatto, un fenomeno minoritario e ci ricorrono, per altro, principalmente le coppie eterosessuali con problemi di sterilità. Ma è diventato un problema solo quando sono state le coppie gay a cominciare a fare figli. Eppure ci sono nomi molto noti anche di donne che hanno fatto questa scelta, da Nicole Kidman a Kim Kardashian.

A questo si collega la critica per cui i bambini figli di coppie di uomini vengono privati della figura materna.
Mi sta dicendo che i figli dei gay vivono in un mondo senza donne? Perché quello che è importante, per lo sviluppo di un bambino, è che ci siano delle figure femminili, non materne classicamente intese. Quello che un bambino deve avere chiaro è che per metterlo al mondo è servito l’apporto di una donna. Perché è così che si nasce: dall’incontro di gameti femminili con quelli maschili. Vede, ci possono essere due tipi di madre: quella che partorisce e quella che svolge una funzione materna. Cioè la donna che alleva un bambino. In questo senso potremmo definire un uomo “una madre senza seno”. Ma non c’è una sola ragione per cui un uomo, che ha fortemente desiderano un figlio non possa svolgere le stesse funzioni di una donna. Il punto è che tutto questo mette in crisi la cosiddetta “famiglia tradizionale” o “naturale”. Ma la famiglia umana non è naturale: è culturale e si costruisce con le relazioni, non con la biologia. Sono tutte cose assodate in ambito antropologico.

Però le si potrebbe obiettare che c’è un legame che si crea tra la madre e il bambino già durante la gravidanza.
Il legame di cui parla lei è solo un legame fisiologico. Il feto vive dentro il corpo della gestante per nove mesi e si nutre prendendo a piene mani da quel corpo. Ma non c’è alcun legame emotivo o psichico. Anche tutte le storie per cui la musica che si ascolta in gravidanza influirebbe sullo sviluppo psicologico del bambino, per esempio, non sono mai state provate scientificamente.

E quando si sviluppano la psiche e l’emotività di un bambino?
Dopo il parto. La psiche si forma con le cure che riceve e del linguaggio che lo avvolge. E’ nella relazione tra il corpo del bambino e quelli di chi lo ama e lo cresce. Anche il legame fisiologico si interrompe con la nascita. Lo raccontano le storie di tutti i bambini che, in decenni passati, nascevano in famiglie benestanti e venivano allattati dalle balie. Si dice che i bambini riconoscano l’odore del seno materno. Quei neonati riconoscevano l’odore del seno della balia e sviluppavano con loro un rapporto molto, molto forte. Più forte di quello con le madri che li avevano solo partoriti, ma che di loro non si prendevano cura come le balie.

Questo non risolve un’altra questione: quella dello sfruttamento economico delle donne.
E’ vero che ci possono essere situazioni di sfruttamento, ma parliamo dei paesi più poveri e con meno garanzie per le donne, in generale. Però, ad esempio, in India l’accesso alla gpa è stato bloccato agli stranieri. I casi di sfruttamento vero e proprio, nei paesi in cui c’è una legislazione, sono molto esigui. E poi c’è un altro fattore da considerare: spesso la gravidanza in gestazione per altri è migliore di quella affrontata per mettere al mondo figli propri.

In che senso?
Nel senso che una gravidanza che rientra in un progetto di gpa è più controllata e garantita, anche dal punto di vista della salute della portatrice. Quando una donna resta incinta per fare un figlio suo, non è detto che riceva le stesse cure.

E l’aspetto economico? Si parla tanto di mercificazione.
Perché una donna non dovrebbe essere pagata per questo? Perché dovrebbe essere tutto a carico suo? Una gravidanza costa, specialmente nei paesi in cui il sistema sanitario è privato. Quello che deve essere chiaro è che si tratta di donne che hanno già figli loro e che vogliono provare di nuovo l’esperienza della gravidanza, senza diventare madri. La gestazione per altri, diversamente da quanto si pensa, è una grande prova di potere della donna. E’ lei l’unica che può far nascere quel bambino e quando firma un contratto, è lei che sceglie di farlo. La posizione di potere rimane sempre in mano alla donna.

(in collaborazione con Famiglie Arcobaleno)

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