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Il gaydar esiste ed è una questione di… naso (e ascelle)

Pochi giorni fa, la rivista PinkNews ha rispolverato una ricerca molto interessante sulla capacità delle persone omosessuali e bisessuali di riconoscere gli altri omosessuali semplicemente attraverso il loro odore ascellare. In particolar modo questo riconoscimento avverrebbe grazie ai feromoni, ovvero a delle componenti chimiche del sudore che permettono l’attrazione sessuale verso un partner. Esistono differenti studi che hanno tentato di comprendere come i feromoni influenzino le persone nella scelta del proprio partner sessuale, ma questa ricerca è particolarmente importante perché è stato il primo studio che ha considerato la variabile dell’orientamento omosessuale, riaprendo il famoso dibattito sull’esistenza o meno di un radar omosessuale che permetta ai gay di riconoscersi tra loro, pur non dichiarando esplicitamente il proprio orientamento.

Lo studio, condotto dai neuroscienziati Charles Wysocki e Yolanda Matrtin (2005), del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia, ha mostrato come essere attratti sessualmente da una persona dipenda anche da una componente biologica e che si rifletterebbe nella produzione di diversi odori corporei, quali i feromoni, i quali a loro volta influenzerebbero l’attrazione sia per la loro percezione sia nei comportamenti di risposta. Gli 82 partecipanti alla ricerca erano uomini e donne, eterosessuali ed omosessuali e sono stati invitati ad indicare la loro preferenza per i campioni di odori di sudore ascellare raccolti da 24 donatori di cui non sapevano né sesso né l’orientamento sessuale.

Inoltre, ai partecipanti veniva chiesto di indicare anche una preferenza tra gli odori presentati, divisi dagli scienziati in quattro categorie differenti: maschi eterosessuali e maschi omosessuali; maschi eterosessuali e femmine eterosessuali; femmine eterosessuali e femmine lesbiche ed infine maschi omosessuali e femmine lesbiche. I risultati hanno mostrato che gay e lesbiche hanno modelli di preferenza per l’odore del corpo differenti da quelli degli uomini e delle donne eterosessuali. Più nello specifico, gli uomini gay hanno evidenziato una preferenza sorprendente per i campioni di odori degli uomini omosessuali rispetto agli altri gruppi di partecipanti che li hanno preferiti meno. Tali evidenze, quindi, hanno suggerito che i feromoni siano legati all’attrazione sessuale verso il partner non solo per il sesso, ma anche per l’orientamento sessuale.

Tutto lascia intendere che gli esseri umani, in quanto “animali”, hanno dunque mantenuto delle caratteristiche biologiche utili al riconoscimento dell’altro ed in particolare nella scelta del proprio partner sessuale, permettendogli di sentirsi più o meno attratti e che l’attrazione dipenderebbe dai feromoni secreti da particolari ghiandole sudorali che possono stimolare il desiderio sessuale. Inoltre, tali sostanze, sembrerebbero inviare un messaggio subliminale, quindi non percepibile coscientemente, che viene decodificato a livello cerebrale e che influenza in qualche modo i rapporti e il contenuto chimico dell’odore della pelle dell’altro sarebbe anche uno degli interruttori dell’attrazione sessuale verso il partner.

Questa ricerca sembra fornire una ulteriore prova dell’esistenza di un “radar interno” con delle basi biologiche e fatto prettamente di odori che permetta l’attrazione sessuale tra gli individui non solo eterosessuali, ma anche omosessuali. Ma non essendo unicamente “animali” si dovrebbe evitare di pensare che sia più giusto essere attratti da persone del sesso opposto quanto pensare che l’attrazione erotico-sessuale non sia solo una caratteristica biologica, ma anche legata ad un “sentire” interno di ogni individuo, maschio o femmina che sia.

(foto principale di Yuri Guaiana)

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