Gay, terza età e “La memoria del pesce rosso”

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La locandina del cortometraggio

Omosessualità e terza età: per molti un tabù, per altri un tema di scarso interesse. Eppure i “nonni LGBT” esistono e sono più di un milione nel nostro paese, secondo gli operatori del settore. Forse la parte più fragile della nostra comunità, per due ragioni evidenti: in primo luogo, molti di loro hanno vissuto in segretezza la propria condizione, perché nati e cresciuti in un mondo in cui essere gay era ancora proibito; in seconda istanza, per i problemi tipici delle persone anziane quali solitudine, mancanza di un partner (anche per i casi di vedovanza) e condizioni di salute precarie a cui se ne aggiungono altri, come quello di non aver avuto il riconoscimento della propria unione (con ricadute sulla mancata reversibilità della pensione e il diritto all’eredità), ecc.

Per queste ragioni il tema è già stato dibattuto e affrontato in passato, in ambiti diversi, come nel 2012 quando Equality Italia, insieme alla CGIL, ha organizzato il convegno Anziani e omosessualità: tra invisibilità e nuovi diritti o come, più recentemente nel 2015, con la creazione del progetto “Angelo Azzurro”, presso il Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli a Roma, proprio per favorirne l’integrazione. Fino a divenire materia di narrazione cinematografica, attraverso la testimonianza di registi come Giuseppe Bucci che, nel 2013, ha girato il fortunato Luigi e Vincenzo, storia di due gay anziani che fanno il loro coming out al pride di Napoli, e adesso attraverso l’attenzione di un gruppo di giovani torinesi che sta realizzando il cortometraggio La memoria del pesce rosso.

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il regista Lorenzo Romoli

Progetto che non solo affronta il tema dell’omosessualità in età avanzata, ma che tocca anche quello più spinoso della malattia: Armando e Gualtiero, infatti – si evince dalla trama – stanno insieme da quindici anni, ma un giorno Armando, affetto dal morbo di Alzheimer, non riconosce più il compagno e pensa di essere sposato con Paloma, la badante sudamericana che si prende cura di loro. Vani i tentativi dell’altro di far tornare la memoria al suo partner, fino a quando entra in scena un pesciolino rosso… E se la storia ci ha già solleticato, e dobbiamo aspettare il termine delle riprese per sapere come andrà a finire, i retroscena che stanno dietro l’ideazione di quest’opera ci incuriosiscono ancora di più. Perché il regista e lo sceneggiatore, infatti, sono due ragazzi eterosessuali che si sono ritrovati, a sentir loro, questa storia tra le mani. E hanno così deciso di trasformala in un filmato.

«Volevamo raccontare una storia diversa rispetto a quella del nostro primo cortometraggio, Il teorema dell’Eroe, e soprattutto realizzare qualcosa che ci permettesse di portare un buon messaggio. È saltata fuori quasi inaspettatamente e ci ha subito conquistati» dichiara, a Gaypost.it, Michele Prencipe, uno degli sceneggiatori del gruppo. «Stavamo cercando un’idea, avevamo vinto un premio di produzione a dicembre e dovevamo girare un corto» gli fa eco Lorenzo Romoli, il regista «e non so dire qual è il momento preciso in cui è nata l’idea, so solo che appena è arrivata abbiamo tutti capito, gli scrittori e io, che era quella giusta». (continua dopo il video)

La memoria del pesce rosso – Teaser trailer from La memoria del pesce rosso on Vimeo.

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il produttore Michele Prencipe

Abbiamo chiesto ai ragazzi cosa induce due persone non solo così giovani – sono nati entrambi a metà degli anni ’90 – ma anche fuori dalla gay community a occuparsi di queste tematiche. «La necessità vera» continua Lorenzo «quella che personalmente mi preme di più raccontare, è la storia di due omosessuali come in un paese normale dovrebbe essere: senza distinzione. Perché l’amore è amore».

Per realizzare e concludere il progetto i ragazzi e le ragazze de #laCREWdelpescerosso (si fanno chiamare così, con tanto di hashtag) hanno lanciato una campagna di crowdfunding. Il corto ha già ricevuto il patrocinio di importanti associazioni come l’A.I.M.A – Associazione Italiana Malattia di Alzheimer, il circolo Maurice GLBTQ e Arcigay Torino. Una volta realizzato, il filmato sarà presentato ai vari festival cinematografici presenti sul territorio nazionale. E nell’attesa di vederlo al più presto, non si può non nutrire un sentimento di speranza verso il futuro e di gratitudine per le giovani generazioni. Di quanti e quante approfittano della loro creatività per affrontare, con delicatezza e sensibilità, temi profondi restituendo la bellezza delle vite degli altri. Un atto, questo, di profonda militanza.

Comments
  • Gianni Picciotto
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    La memoria del pesce rosso,sembra pari pari la storia della mia vita e che si è svolta maggiormente a Torino.Ho convissuto con il mio compagno,Pino per 50 anni,oggi sovo “vedovo”perché l’Alzheimer me lo ha portato via il 30 maggio scorso.Non sai quello che ho dovuto patire per farlo cremare e farmi dare in custodia le ceneri che finalmente ottenne!

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