Di mamma ce n’è una sola? Non per la comunità Lgbt: chi sono le madri dell’arcobaleno

E visto che oggi è la festa della mamma, non possiamo non parlare di quelle che fanno parte del nostro movimento, quelle che si sono impegnate nel corso degli anni non solo a sostenere i propri figli e le proprie figlie nel processo di accettazione e di costruzione della loro identità, ma che hanno fatto un lavoro importantissimo a livello politico, entrando nella scena nazionale e contribuendo a fondare associazioni e a creare un clima più positivo per la gay community in Italia. Chi sono? Eccone alcune che hanno fatto la storia del movimento arcobaleno in Italia.

L’esempio di Paola Dell’Orto

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Paola Dell’Orto e Rita De Santis

Tra le storiche fondatrici di Agedo,  ricordiamo innanzi tutto Paola Dell’Orto che con il figlio Giovanni Dall’Orto scrive, nel 1992, Figli diversi, un libro in due parti (lei cura quella dedicata ai genitori) in cui affronta il tema del coming out in famiglia. Lavorando al libro, nasce l’idea – anche grazie ai contatti con altri genitori – di fondare l'”Associazione dei genitori e degli amici e dei parenti di persone Lgbt” che prende forma nel 1992. L’impegno di Paola, da quel momento, è incessante: l’associazione cresce fino a diventare una grande realtà nazionale e tra i suoi successi ricordiamo la sigla dei protocolli d’intesa, nel 2000 e nel 2007, con il Ministero della Pubblica Istruzione e il Dipartimento per le Pari Opportunità per i percorsi di educazione alle differenze a scuola. Il suo impegno è stato riconosciuto anche a livello istituzionale: nel 2015 viene nominata, infatti, cavaliere della Repubblica.

Il ricordo di Flavia Madaschi

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Flavia Madaschi

Sempre al nord, ricordiamo ancora la figura di Flavia Madaschi, mamma del movimento gay bolognese.  Tutta la comunità italiana, ma soprattutto quella che vive sotto le due torri, la ricorda per il suo idealismo e per il suo grande impegno nella lotta per i diritti Lgbt, contro la violenza omofobica e contro le discriminazioni. Il suo carattere forte e grintoso ha caratterizzato la sua esperienza di vita e associativa, che non è venuta meno nemmeno di fronte alla malattia. Grande combattente, Flavia ci ha lasciato nel 2015, con un grande di gratitudine nei suoi confronti: «Questa notte ci ha lasciato Flavia Madaschi, la nostra mamma» scrissero gli attivisti del Cassero al momento della sua scomparsa, «ha lottato con noi, per noi, tra noi. Sempre, fino all’ultimo giorno». Una figura di grande carisma e umanità, la sua.

L’impegno di Laura Manfredi

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Laura e la sua famiglia

Fondatrice di Agedo Torino e quindi tra i fondatori di Geco – la nuova realtà che unisce genitori omosessuali e figli, insieme al marito Lino – non possiamo non ricordare la forte e tenace Laura Manfredi. La sua storia, quella del coming out del figlio Andrea e il processo di riequilibrio degli assetti familiari li possiamo vedere nel film Due volte genitori, di cui è una delle protagoniste. E ancora, in Ci chiamano diversi, ci sorprende per la sua determinazione a rigettare tutte le accuse e i pregiudizi che si posano sulla vita delle persone. «Una volta mi chiesero un’intervista e mi dissero che avrebbero oscurato il mio volto» racconta nel film di Vincenzo Monaco «l’ho presa male. Perché dovevo vergognarmi di mio figlio? Si può vergognare un mafioso, un ladro. Mio figlio è una bella persona, perché dovrei vergognarmi di lui?». Laura, ancora oggi, è tra le più attive militanti, nel capoluogo piemontese, la città in cui vive con la sua splendida famiglia.

Rita de Santis e le mamme del Sud

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Anna Battaglia, di Agedo Ragusa

E come non ricordare le mamme del centro-sud? A cominciare da Rita De Santis, per anni presidente di Agedo. In un suo intervento di qualche anno fa, al Quirinale, Rita scriveva: «Mi creda non è facile vivere da invisibili, da clandestini, fantasmi ai quali viene negato innanzitutto il primo fondamentale diritto dato agli esseri umani che è quello del riconoscimento della propria identità di genere per le persone trasgender ed intersessuate, e il riconoscimento della propria affettività e del proprio amore per i gay e le lesbiche». A Roma è attiva Roberta Mesiti, che ha fondato il “Premio abbraccio” assegnato a personalità e brand che si distinguono per aver dato sostegno alla nostra comunità. E ancora al sud, non possiamo non ricordare il grande impegno di donne straordinarie come Gianfranca Saracino, a Lecce, o di Anna Battaglia a Ragusa e Francesca Marceca a Palermo, o ancora la memoria di Amalia Giardina, a Catania, che ci ha lasciato anche lei qualche anno fa.

Di mamma ce ne è una sola?

Insomma, il vecchio adagio “di mamma ce ne è una sola” sembra non valere per la nostra comunità. Le madri dell’arcobaleno ogni giorno impiegano il loro tempo per rendere il nostro un paese più inclusivo, più attento a quei problemi che attraversano le famiglie quando scoprono che un figlio o una figlia non sono esattamente come la società ha dato per scontato che fossero. La carrellata che vi abbiamo offerto rappresenta solo un elenco, non esaustivo, ma rappresentativo di quelle donne che ieri e oggi si sono distinte per la lotta allo stigma contro le persone Lgbt. Accanto a loro vanno ricordate le migliaia di mamme che fanno la loro battaglia in modo più privato, in una quotidianità lontana dal clamore mediatico ma non per questo meno importante. A tutte loro, da parte di Gaypost.it, vanno i nostri migliori auguri. E un ringraziamento speciale, per quello che fanno per noi, per tutti e tutte.

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