Politica&diritti

Elezioni in Germania, lesbica e leader dell’estrema destra: le contraddizioni di Alice Weidel

Alice Weidel, candidata cancelliera in Germania

«Non sono qui, nonostante la mia omosessualità, ma anche per la mia omosessualità» sono le parole di Alice Weidel, candidata dichiaratamente lesbica per Alternative für Deutschland (AfD), in italiano “Alternativa per la Germania”. Una dichiarazione di spessore, verrebbe da dire, se non fosse che il partito in questione è di estrema destra e ha espresso posizioni contro le famiglie di persone dello stesso sesso e contro il “gender” a scuola. Oggi, che è giorno di elezioni nella Repubblica Tedesca, vedremo cosa accadrà per gli equilibri politici della nazione e che ruolo si ritaglierà il partito estremista in questione.

Un partito razzista, omofobo e “no-gender”

Se leggiamo la scheda informativa su Wikipedia, si legge che l’AfD oltre ad essere «nettamente conservatore» disapprova «il matrimonio omosessuale così come le adozioni per coppie dello stesso sesso, si oppone all’aborto, è contro le politiche di “gender mainstreaming” come ad esempio l’incentivazione delle quote rosa, l’equiparazione tra i sessi e le cattedre universitarie sugli studi di genere». Qualcosa che va in direzione opposta all’esempio personale di Weidel, che vive con una donna di origini srilankesi, con cui ha la doppia cittadinanza in Svizzera dove ha adottato due bambini. Non vive, con tutta evidenza, ò’omofobia e la xenofobia del suo partito come una contraddizione.

Alice Weidel, una contraddizione vivente

Bjoern Hoecke, capo del partito in Turingia mentre fa il saluto nazista.

Per la candidata al ruolo di cancelliera, l’AfD è «l’unica protezione reale per i gay e le lesbiche in Germania», soprattutto per l’identità spiccatamente anti-immigrati del partito. Secondo il suo punto di vista, infatti, l’arrivo di popolazioni musulmane – tradizionalmente contrarie al matrimonio tra persone dello stesso sesso – costituisce un pericolo ben concreto per la gay community tedesca. Eppure, verrebbe da chiedersi, la stessa ostilità la si ritrova proprio nell’ideologia della formazione di cui è leader. Come faccia a coniugare le sue idee e il suo stile di vita, che delle prime rappresenta la negazione, è un mistero che può essere tradotto con una parola soltanto: incoerenza. Per non scomodare l’ipocrisia, va da sé.

Equilibri precari, in Germania

Peserà, e pure molto, il voto ad Alternativa per la Germania sotto il profilo simbolico e politico. Dal primo punto di vista, infatti, le stime parlano di 90-100 rappresentanti, molti dei quali di chiara ideologia neonazista. Un vero e proprio shock per la società tedesca. In secondo luogo, la presenza in parlamento di una forza così radicale ed estremista indebolirà i partiti tradizionali, che avranno margini d’azione più ridotti. Isolare, per altro, un partito così forte rischia di renderlo come alternativa credibile, nel corso dei prossimi anni. Un pericolo che la Germania (e con essa, l’Europa) non può permettersi. Grave, infine, che a traghettare il Paese d’oltralpe verso scenari così cupi sia un’appartenente alla comunità arcobaleno. La quale, andrebbe ricordato, non ha il “nero” tra i colori della sua bandiera.

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