Politica&diritti

Polizzi (M5S): “Di Maio parla per sé. Non è quella la linea”

Non solo gli attivisti, quelli che i partiti chiamano “la base”, reagiscono alle dichiarazioni di Di Maio e Grillo su adozioni e gestazione per altri. Il malcontento c’è anche tra i portavoce, eletti nelle istituzioni. Abbiamo intervistato Giuseppe Polizzi, consigliere comunale di Pavia e assegnista di ricerca di Diritto Costituzionale all’Università di Pavia.

Lei è un militante gay e anche un portavoce del MoVimento 5 Stelle. Come valuta le ultime dichiarazioni di Grillo e Di Maio in tema di adozioni per le coppie gay e gestazione per altri?
Le valuto per quello che sono, ovvero delle posizioni personali. Però non mi nascondo dietro a un dito: Grillo è il fondatore del Movimento, l’uomo che ha aperto un nuovo spazio politico, e quindi, anche se ora ha fatto il cosiddetto passo di lato, le sue dichiarazioni pesano molto. Questo per me non è un problema, anzi una risorsa per il dibatitto interno. Ricordo quella dichiarazione di qualche anno fa che ha sciolto ogni riserva personale sull’adesione al M5S: “Io sono favorevole al matrimonio tra persone dello stesso sesso, ognuno deve poter amare chi crede e vivere la propria vita con lui o con lei tutelato dalla legge”. Era il 2012, e da allora non ho c’è stato un solo momento in cui Grillo abbia dichiarato di cambiare idea. Chi oggi dice che Grillo è omofobo, dichiara il falso.
Diverso discorso riguarda Di Maio: lui, come il sottoscritto, è un portavoce del M5S e viene intervistato non in quanto Luigi Di Maio, ma in quanto portavoce e componente del Direttorio. Come chiunque altro, è libero di esprimere le proprie opinioni personali perché il M5S è uno spazio libero di confronto (e personalmente Di Maio ha un approccio che spesso apprezzo), ma quando queste opinioni sono in contrasto con la linea del Movimento, allora c’è il rischio di generare confusione. Il M5S ha una linea sui temi LGBT, una linea chiara che è possibile leggere dagli atti depositati in Parlamento: è a favore del matrimonio egualitario (con adozione piena e regolamentazione della gestazione per altri), delle unioni civili con stepchild (per votazione sul blog). Se abbiamo cambiato idea vorrei sapere dove e quando, perché a me non risulta.
Nel gennaio 2013, proprio durante un incontro organizzato a Pavia dal sottoscritto, furono consegnati quei disegni di legge a diversi candidati, oggi parlamentari. E durante quell’incontro furono dette parole chiare. Oggi chiedo coerenza. E maggiore attenzione sull’uso dei termini quando si parla della vita delle persone. Perché, per quanto non vi sia volontà, si offende.

Nel MoVimento c’è un gruppo folto di attivisti lgbt che ha lavorato con convinzione al fu DDL Cirinnà, tanto che Airola li ha ringraziati pubblicamente durante uno dei suoi interventi in aula. Quali sono le reazioni che ha colto in quel gruppo dopo gli ultimi eventi?
Il Gruppo di attivisti LGBT del M5S, riuniti in Osservatorio parlamentare, in circa due anni di lavoro dal basso, ha permesso al M5S di diventare un punto di riferimento per la comunità omosessuale. Il lavoro profuso ha consentito ai parlamentari di avere un supporto tecnico e “umano” e di non cedere, nel lavoro in commissione, ai pervasivi tentativi dei cattolici e degli omofobi sparsi, di annacquare il testo. Il senatore Alberto Airola ha giustamente ringraziato chi da dietro le quinte ha lavorato in modo serio ed è stato in prima fila a convincere le persone, una a una, dell’affidabilità del M5S. Adesso ci sono rabbia e sconcerto: per il post sulla libertà di coscienza e per l’uso disinvolto di taluni termini; “utero in affitto” e “gestazione per altri” sono cose ben diverse, e chi parla ai cittadini dovrebbe saperlo. Abbiamo perso decine di attiviste e attivisti e rischiamo davvero che la comunità LGBT non si fidi più del M5S. In questo momento dobbiamo rilanciare chiedendo l’immediata calendarizzazione del testo di legge sul matrimonio egualitario, del testo contro l’omotransfobia e chiedendo che l’UNAR venga messo nelle condizioni di lavorare. In ogni caso, va da sé che questi temi dovranno essere discussi e inseriti nel programma elettorale delle prossime elezioni politiche. Con i diritti civili si vince.

Personalmente e come portavoce, si sente tradito dai cambi di posizione dei componenti del direttorio?
Personalmente dopo oltre 10 anni di battaglie su questi temi, mi pare tutto così normale. La normalità è che il tema LGBT per chi fa politica (come mi disse uno dei miei punti di riferimento, Giovanni Dall’Orto) è come il bacio della morte, perché, in Italia, il tema è ancora considerato “antipatico” “scomodo” “compromettente”. È un tema su cui l’intera classe politica ha dimostrato di non avere le idee chiare, ha illuso per decenni la comunità LGBT chiedendo voti in cambio di promesse non mantenute. Negli ultimi anni ho lavorato affinché sui diritti LGBT il M5S fosse migliore degli altri, fosse all’altezza delle aspettative della comunità gay. Ho avuto l’impressione che fossimo riusciti nell’intento. Poi è successo quello che è successo e oggi la comunità LGBT considera il M5S un traditore o, nella migliore delle ipotesi, una forza inaffidabile. Il rischio che vedo è quello di dissipare un patrimonio di cultura dei diritti faticosamente costruito, giorno per giorno, negli ultimi due anni. Continueremo a lavorare per salvaguardare e ampliare questo patrimonio e su questo chiedo l’aiuto di Beppe Grillo: ci aiuti a fare contro-informazione, anche attraverso il suo blog sull’importanza di riconoscere eguali diritti, perché tutti siano cittadini eguali davanti la legge, come disse lui nel 2012.

Il M5S aveva presentato un ddl per il matrimonio egualitario. Questa è una vera e propria marcia indietro: secondo lei cos’è cambiato?
È cambiato che il M5S su questo tema ha avuto paura di deludere una parte dell’elettorato. Ma se guardiamo ai sondaggi, anziché ai diritti, rischiamo di deludere in futuro sempre più persone e di uniformarci alla condotta degli altri partiti. Il M5S è nato per essere diverso, è già diverso, e dunque, anche sui temi LGBT, ha il compito di fare contro-informazione e risanare quell’insopportabile ignoranza che da decenni la politica consuma intorno ai diritti gay. Le ultime dichiarazioni non ci aiutano, anzi: purtroppo vanno nella direzione opposta. Però il M5S attraverso Grillo, il blog, e i suoi portavoce ha la credibilità per spiegare che la comunità LGBT in questi decenni è stata vittima di una insopportabile e spesso violenta ignoranza fisica, verbale e normativa.

È il direttorio che detta la linea, almeno su questi temi? O c’è ancora il principio per cui “uno vale uno”? Di fatto, è passata la percezione che le parole di Di Maio, Grillo o Di Battista pesino di più.
Non sono ipocrita: se il direttorio avesse rilanciato il matrimonio egualitario probabilmente lo applaudirei. Parlare di assenza di democrazia interna perché le cose non girano come speri mi pare insufficiente e pretesuoso. In generale, comunque, è necessario perfezionare i meccanismi di confronto e di decisione, senza paura di affrontare temi delicati. Sui diritti lgbt, il M5S ha l’opportunità di avvalersi dell’Osservatorio parlamentare, che è pronto per un confronto con i membri del Direttorio. Dobbiamo discutere, spiegare, capirci. Noi ci siamo, ora la palla passa al Direttorio che mi auguro voglia presto incontrare le donne e gli uomini che in due anni sono riusciti ad avvicinare la comunità LGBT al M5S. Come Osservatorio abbiamo la forza e l’esperienza per ricucire lo strappo con la comunità LGBT. Ci diano la spazio e possibilità e non li deluderemo.
 

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