Così Torino aiuta le persone Lgbt a rialzarsi: “La To-Housing. Un antidoto alla solitudine”

Cinque appartamenti per aiutare le persone Lgbtqi in difficoltà e in condizioni di estrema vulnerabilità.  Il To-Housing le accoglie per poi reinserire nella società più sicuri e indipendenti.
Il progetto di Quore è la prima esperienza con questa caratteristica in Italia.
Con la capacità di ospitare 24 persone in 5 appartamenti di proprietà dell’Agenzia Territoriale per la Casa del Piemonte.
Un scommessa lanciata per il territorio ma che è subito diventata di respiro nazionale.

Sono 42 le richieste arrivate soltanto nei primi tre mesi (27 da gay, 6 da lesbiche, 9 da trans) da tutta Italia. Accolti giovani tra i 18 e i 26 anni allontanati dalle famiglie. Migranti e rifugiati omosessuali anziani lgbt. La permanenza prevista è di 8 mesi e può essere eventualmente estesa per completare il percorso di autonomia degli utenti.

Un successo nazionale

Eccellenza torinese Lgbt, è stata presentata oggi a Roma, a Palazzo Madama, nella Sala Nassirya del Senato, nel corso di una conferenza stampa presieduta dalla Senatrice Anna Rossomando con la partecipazione della senatrice Monica Cirinnà.
Il To-Housing rappresenta per l’Italia intera uno scivolo fra la vita in comunità e quella reale. “Le persone Lgbt oggi nel nostro paese continuano ad essere aggredite, cacciate di casa, discriminante sul posto di lavoro” spiega Alessandro Battaglia, presidente dell’Associazione QUORE “Questa è una realtà che nasce da Torino ma ha ricevuto contatti anche da fuori. Il progetto che avevamo immagino era per la nostra comunità ma si è realizzato purtroppo” sottolinea “con le esigenze delle persone che ospitiamo e ospiteremo da tutta Italia“.

Rossomando: siamo tutti coinvolti

La vipresidente del Senato, Anna Rossomando ha sottolineato come il To-Housing possa diventare un modello per affrontare il tema delle discriminazioni che attraversano la nostra società. “Una chiave di innovazione che vedono la necessaria partecipazione coinvolgimenti delle autorità locali. Ma anche dei comuni cittadini, credo che il tema oggi sia quello di sentirsi coinvolti. Non solo emotivamente ma concretamente. I problemi possiamo esasperarli pensando di raccogliere il consenso di chi si sente minacciato dalle diversità, o possiamo anzi dobbiamo affrontarli e risolverli“.

Cirinnà: un antidoto alla solitudine

Un progetto che si inserisce in un tempo di mezzo nebbioso, ricorda la senatrice Monica Cirinnà: “Questo linguaggio d’odio sprofonda in qualcosa che è il vero nemico dell’Italia nella nostra società che è la solitudine. Se c’è un nemico da combattere è proprio, ripeto, la solitudine. Aiutare chi deve vivere la sua vita nascosto, fare uno sforzo enorme nella vita di tutti i giorni. Questo progetto utilizza le parole chiare che possono essere vere risposte: accoglienza, reciprocità”

Le storie

La solitudine, il senso di smarrimento, abbandono è proprio quello che i ragazzi e le ragazze all’interno del To-Housing hanno attraversato prima di ritrovare una strada, qualcosa che somigliasse a una traiettoria di vita comune proprio grazie al progetto torinese. Le loro testimonianze vengono affidate alla regia di Enzo Facente e proiettate a Palazzo Madama. Sono persone che conoscono i desideri frustrati, le mancanze, i vuoti, insieme li percorrono:
“Adesso vivo la mia vita e non devo nascondermi. Non devo più mettere una maschera. Vivo senza condizioni” racconta Hinde, “Pensavo di essere unica ragazza straniera che avevo questo orientamento e invece non è così. Non mi sento più da sola”.
C’è chi svela un sentimento fatto di nostalgia per quello che manca. Il senso di perdita di qualcosa che non hanno avuto: “La mia mamma, mi manca la sua presenza”, spiega un ragazzo.
Storie di pianti e urla silenziose, ma anche di rinascita e vittoria.
“Non mi mancano gli insulti omofobi, gli atti di vandalismi nei confronti del mio portone”. Racconta un signore, in anonimato. “Sono rinato qui, e posso riprendere la mia vita in mano”.

L’elemento di novità

Silvia Magino, vicepresidente Associazione Quore LGBT, racconta la particolarità dell’esperienza del To-Housing, unica nel suo genere: “perché oltre a soddisfare il bisogno abitativo, sostiene anche un accompagnamento all’autonomia degli ospiti”. Gli ospiti dell’edificio del quartiere popolare di Vanchiglia vengono aiutati e reinserirsi nel mondo del lavoro e a realizzarsi. Che siano richiedenti asilo e rifugiati omosessuali, persone transessuali e transgender su cui pesa gravemente lo stigma nella ricerca di un’abitazione o anziani Lgbt in condizione di solitudine e povertà. Oltre al progetto di accompagnamento (dagli 8 ai 10 mesi), c’è anche quello dell’emergenza abitativa dedicata ai soggetti che necessitano di una risposta immediata al disagio abitativo. L’utente può accedere alla struttura fino a 10 o 15 giorni in attesa che risolva la problematica.

La To-Housing dedicata alla storia del movimento

Ciascuno appartamento è dedicato alla memoria di attivisti che hanno lasciato un segno indelebile nella storia della comunità Lgbtqi italiana: La Ursy (attivista torinese), Lino Manfredi (fondatore di Agedo Torino e GeCo), Ottavio Mario Mai (fondatore del festival a tematica Lgbtqi Lovers), Emilia Ferrera (prima donna a dichiararsi sieropositiva in pubblica) e anche La Karl Du Pignè punto di riferimento per il movimento lgbt italiano. Presente in sala c’era la sorella Tiziana Berardicurti insieme al presidente del circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Sebastiano Secci, che ha dichiarato: “L’attivismo esiste e si fa corpo grazie ai rapporti umani, sono questi che fanno andare avanti l’attivismo. È con l’umanità e l’esperienza che si portano a casa i risultati. L’associazione Quore ha fatto un lavoro incredibile. Si respira un’aria nuova” nel ricordare la figura di Andrea Berardicurti ha concluso:So che La Karl avrebbe sbraitato ‘datevi ‘na carmata’ ma, in realtà, le avrebbe fatto assolutamente piacere”

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