Cecenia: minacciata la giornalista che ha denunciato per prima le prigioni e le torture dei gay

Elena Mlashina, la giornalista che per prima ha denunciato dalle pagine di Novaya Gazeta l’esistenza di prigioni segrete in Cecenia in cui i gay vengono rinchiusi, torturati e, in alcuni casi, uccisi è costretta a vivere in una località segreta.
A raccontarlo è lei stessa in un video registrato dalla giornalista della BBC Victoria Derbyshire.
Milashina spiega che non solo lei, ma tutta Novaya Gazeta è sotto minaccia. (continua dopo il video)

La denuncia di Milashina

“Hanno reagito in modo terrificante.. il 3 aprile, in una grande moschea di Grozny, circa 15.000 persone si sono radunate ed hanno dichiarato una Jihad contro di noi… Non solo contro me personalmente, ma contro tutti i giornalisti di Novaya Gazeta. Dicono che le persone che lavorano al giornale che ha sollevato la questione hanno danneggiato l’onore della nazione cecena e devono essere perseguite”.
Novaya Gazeta è il quotidiano per cui lavorava Anna Politovskaja, la giornalista che si opponeva al regime di Putin e che fu uccisa nell’ascensore di casa sua il 7 ottobre del 2006 da quello che in molti ritengono essere un sicario. Politovskaja scriveva spesso i suoi articoli insieme a Elena Milashina.

Interviene l’Onu

Intanto continua la mobilitazione internazionale. Mentre su All Out prosegue la raccolta di fondi per aiutare economicamente le vittime delle persecuzioni cecene, sulla vicenda si sono espressi ieri gli esperti di diritti umani delle Nazioni Unite.
“Sollecitiamo le autorità a mettere fine alle persecuzioni delle persone ritenute gay o bisessuali nella Repubblica Cecena che stanno vivendo un clima di paura alimentato dai discorsi omofobi delle autorità locali – scrivono in una nota i cinque esperti indipendenti tra cui Vitit Muntarhorn, che si occupa di protezione contro le violenze e le discriminazioni basate sull’orientamento sessuale e l’identità di genere -. È fondamentale che le notizie di rapimenti, detenzioni illegittime, torture, pestaggi e uccisioni di uomini percepiti come gay o bisessuali siano oggetto di indagini approfondite”.

La Russia prenda posizione contro le discriminazioni

“La Federazione Russa deve dichiarare ufficialmente che non tollera alcuna forma di incitamento alla violenza, lo stigma sociale dell’omosessualità o i discorsi di odio e che non consente discriminazioni o violenze contro le persone sulla base del loro orientamento sessuale o identità di genere – continuano gli esperti -. Chiediamo alla Russia di prendere misure urgenti per tutelare la vita, la libertà e la sicurezza delle persone gay e bisessuali in Cecenia e di indagare, perseguire e punire atti di violenza motivati dall’orientamento sessuale delle vittime”.

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