Ricordate il canguro? Perché la finanziaria fa arrabbiare il movimento Lgbt

E la “manovra del popolo” è stata approvata dal Senato, dopo una travagliatissima “non discussione” che ha visto l’ennesimo strappo a danno della democrazia da parte del governo più imbarazzante che questo paese abbia mai avuto. E diciamocelo, col cuore in mano: dover non tanto rivalutare, quanto far salire di posizione l’esecutivo che vedeva al suo interno personaggi come Alfano, tra tanti e tante, era impresa quasi epica: ricordate Ercole? Ecco. Inoltre, questa manovra ha letteralmente fatto imbestialire quanti e quante ci tengono alla democrazia, nell’Italia “del cambiamento”. Anche dentro il movimento Lgbt. Vi state chiedendo perché?

La solita approssimazione dei gialloverdi

Delle misure promesse, a sentir gli analisti, nella legge di bilancio c’è ben poco. Ma non è tanto questo il punto – non siamo un sito di informazione economica e rimandiamo a testate specializzate, per l’analisi delle sue criticità  – quanto la pratica politica (e la filosofia di sottofondo) che l’ha animata. Ovvero la solita approssimazione, indice di tutta l’insipienza politica – e l’analfabetismo istituzionale – di cui sono capaci i gialloverdi. Perché di fatto il maxiemendamento imposto dal Governo ha stesso effetto di un “canguro”, anche se tecnicamente parlando sono due cose diverse. Il testo definitivo è arrivato pochissime ore prima della sua votazione, impedendo agli stessi parlamentari della maggioranza di poterlo leggere. E imponendogli di votarlo a scatola chiusa. È democrazia questa?

L’ennesima ferita alla democrazia

Ed è su questo aspetto che vertono, dentro il mondo Lgbt, feroci attacchi sulle modalità con cui la legge finanziaria – che è la legge fondamentale e qualificante dei governi che si succedono – è venuta alla luce. E le varie critiche rimandano anche al paragone con il “canguro” sulle unioni civili, non votato dal M5S e sul quale proprio i pentastellati fecero le barricate al Senato, portando poi il governo a porre la fiducia su un testo che non prevedeva le stepchild adoption. Con la differenza che, contrariamente alla legge Cirinnà la discussione in aula ci fu e fu anche abbastanza estenuante. Insomma, quella ferita tra comunità arcobaleno e il partito grillino è ancora aperta a quanto pare.

Il paragone con il canguro sulle unioni civili

«Mi piace ricordare il Movimento 5 Stelle che 2 anni fa (quasi 3) si rifiutò di votare il cosiddetto canguro sulle unioni civili, perché antidemocratico» scrive sul suo profilo Facebook Milena Cannavacciuolo, anima di Lezpop.it. «Oggi il governo, del quale fanno parte, ha posto maxi emendamento e voto di fiducia sulla finanziaria. Non siete solo ridicoli, siete pericolosi (e cito pure la Bernini di Forza Italia)». Dello stesso identico tenore è il commento di Giziana Vetrano, la portavoce del Coordinamento Torino Pride: «Cari fivestars, avete fatto saltare la stepchild adoption perché contrari al canguro, togliendo la tranquillità a molte famiglie. Oggi votate il maxiandemento pomendo la fiducia. Definitevi da soli».

I timori per la tenuta democratica del Paese

E le valutazioni negative continuano: «VERGOGNA!!!» grida a caratteri maiuscoli Mimmo Albertini, ex presidente di Omphalos. «Questo governo di buffoni ha stanotte approvato una finanziaria (che riguarda tutti noi) senza che nessuno l’abbia letta. Nemmeno gli stessi che hanno votato la fiducia. QUESTO È IL PRIMO GRADINO VERSO LA DITTATURA!». Dalla Sardegna, ancora, Michele Pipia di Arc Cagliari scrive: «…grazie per la Manovra del Popolo. Una schifezza del genere non la si vedeva dai tempi di Pomicino! Ma poi vi ribellate o votate qualsiasi cosa solo perché vi dicono di votarla?» rivolgendosi ad un militante grillino.

Lo spartiacque tra autoritarismo e principi liberali

Riporta il dibattito sul piano del rispetto istituzionale Angelo Schillaci, giurista e docente universitario, che fa notare: «Della questione di fiducia si fa un uso disinvolto da anni, indipendentemente dal colore politico delle maggioranze» ricordando come sia stata usata anche per l’approvazione di altri provvedimenti. «Ma fino ad oggi» continua «non si era mai verificato che la questione di fiducia venisse posta a scatola chiusa, in assenza di discussione parlamentare sul merito del provvedimento in votazione. Qui sta tutta la gravità di quello che è avvenuto al Senato nelle scorse ore, qui sta lo spartiacque tra democrazia parlamentare e democrazia illiberale. Su questo delicatissimo crinale siamo chiamati a vigilare e resistere».

Perché il canguro no e il maxiemendamento sì?

Insomma, una questione di metodo e di merito. Una democrazia in cui il parlamento è ridotto a stanza in cui avallare decisioni già prese è un sistema mortificato e mortificante, oltre che pericoloso. Cosa accadrebbe, infatti, se domani si utilizzassero le stesse pratiche su leggi contro i diritti delle persone Lgbt o dei loro figli? E ricordiamo che al governo abbiamo Fontana e in maggioranza gente come Pillon, per parlare a chiare lettere. Riguardo al merito, risulta davvero difficile capire come mai il canguro fosse inaccettabile quando si trattava di rendere migliore la vita delle famiglie arcobaleno, mentre il maxiemendamento diventa lecito di fronte a scelte così svilenti. Ma anche questo è qualcosa di cui dovranno rispondere, un giorno, i nostri “eroi” gialloverdi.

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