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Bolzano: Casapound si scaglia contro lo spettacolo Fa’afafine e proietta (illegalmente) il video completo

Non c’è pace per lo spettacolo teatrale Fa’afafine del regista Giuliano Scarpinato. In questi giorni la storia del piccolo Alex e della scoperta della sua identità è sui palchi di alcuni teatri trentini ed è previsto che dal 14 al 17 febbraio sia in scena al Teatro Stabile di Bolzano per le scuole medie della provincia. Peccato, però, che i primi a vederlo saranno i militanti di Casapound. Come? Grazie al fatto che il video dello spettacolo integrale, riservato ad un uso privato, è finito nelle mani del partito di estrema destra che ha organizzato una proiezione pubblica per domani.

L’assemblea pubblica e le accuse di pedofilia

Com’è potuto succedere? Come spesso accade anche per i film, questo tipo di video sono caricati su Vimeo e visibili solo dietro l’uso di un’apposita password. Lo scopo è semplice: permettere ad addetti ai lavori di visionare il contenuto dello spettacolo per valutazioni tecniche o di altro genere. Non certo perché vengano diffusi indiscriminatamente, tanto meno da chi altro scopo non ha se non alimentare l’odio e mistificare il messaggio.

“Nei giorni scorsi – racconta a Gaypost.it il regista Giuliano Scarpinato -, viste le polemiche nate a Bolzano sulla messa in scena dello spettacolo, ho partecipato ad un’assemblea pubblica con circa trecento persone. Nessuno di coloro che partecipava a quell’assemblea aveva visto lo spettacolo, eppure mi sono state rivolte accuse assurde come tentativi di indurre alla masturbazione, di voler fare cambiare sesso ai bambini e perfino accuse di pedofilia”.

A quell’assemblea c’erano pure i militanti di Casapound che vanta alcuni consiglieri al comune di Bolzano.
“Ad un certo punto dell’incontro, Andrea Bonazza (uno dei consiglieri di Casapound, ndr) si è avvicinato al tavolo a cui eravamo io e il presidente dello Stabile intimandogli di mandare a tutti i genitori il video integrale dello spettacolo”.

Il video nelle mani di Casapound

Questo non è avvenuto, naturalmente. Quello che è successo, invece, è che il link del video con relativa password è stato mandato ad alcuni membri della Commissione Cultura del Comune che l’avevano richiesto perché potessero farsi un’idea. “È una cosa che succede spesso – commenta Scarpinato – specialmente date le polemiche che nascono appena lo spettacolo arriva in una città”. Insomma, niente di strano. Ma avrebbe dovuto rimanere una visione privata a scopo, appunto, di valutazione. Dal Teatro Stabile, però, fanno sapere di avere chiaramente specificato che il video non poteva essere diffuso e di avere ricevuto rassicurazioni in merito.

Il punto è che tra i membri della Commissione Cultura c’è anche Andrea Bonazza. Link e password sono quindi facilmente finiti nelle mani di Casapound che ha organizzato la visione pubblica dello spettacolo, violando il diritto d’autore. Ma c’è di più. Bonazza ha anche diffuso sulla sua pagina Facebook il link e la password permettendo a chiunque di accedervi e, potenzialmente, di scaricare il video e farne l’uso che ritenesse più opportuno.
Sebbene intanto la password sia stata cambiata, è lecito supporre che il video sia stato scaricato.

“Un uso sconsiderato del diritto d’autore

“Siamo davanti ad un uso sconsiderato e lesivo del diritto d’autore – commenta Scarpinato – perché se davvero il video è stato scaricato può essere diffuso in maniera incontrollata di qualsiasi canale sul web e potrebbe anche essere manipolato e utilizzato senza autorizzazione per usi non consentiti. Un danno enorme che va ben oltre la messa in scena allo Stabile di Bolzano”.
Scarpinato adesso sta valutando quali azioni intraprendere ed ha chiesto al Teatro Stabile di affiancarlo nella tutela del diritto d’autore della sua opera.

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