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Banca d’Italia: “Investire sulla diversità è un affare”

“L’industria bancaria si deve rendere conto che è un affare investire nella diversity”. Così Letizia Radoni, responsabile dell’obiettivo Valore Diversità di Banca d’Italia spiega perché non solo il più prestigioso istituto bancario del paese sta investendo proprio sulla diversità, ma anche perché, attraverso l’ABI (Associazione Banche Italiane) chiederà a tutte le altre banche di fare lo stesso a partire dall’inclusione nei consigli d’amministrazione di un “tasso di diversity”, come spiega lei stessa secondo il Sole 24 Ore.

Perché da tempo, Banca d’Italia, che ha anche aderito a Parks, sta applicando politiche interne che puntano alla valorizzazione delle diversità, convinta che non si tratti solo di una questione di principio ma, appunto, di un investimento. Con i suoi 7000 dipendenti, una delle istituzioni più importanti del paese, aveva già  iniziato a considerare le coppie gay e lesbiche di dipendenti al pari di quelle etero. “Noi ci eravamo mossi un anno fa e avevamo chiesto un parere per attuare al nostro interno ció che poi è diventato norma con la legge Cirinnà – ha raccontato Radoni intervistata da Simone Spetia all’incontro ‘L’inclusione delle persone LGBT nel mondo del lavoro’ -. Il 12 maggio c’è stata una comunicazione del direttore generale che diceva che Banca d’Italia era pronta a riconoscere gli istituti giuridici alle unioni civili, ma avremmo anche messo in atto un’equiparazione dei figli dei coniugi delle unioni civili a quelli delle famiglie tradizionali”. Un passo oltre, dunque, sui figli delle coppie dello stesso sesso, quello che il parlamento non è riuscito a fare lasciandolo fuori dalla nuova legge.

Ma c’è di più. La Banca, racconta ancora Radoni, sta lavornado con Parks per la formazione interna del suo personale, a partire dai vertici fino al primo livello di dipendenti. “L’obiettivo è quello di dichiarare alle persone lgbt che ci sono in banca – continua – che l’istituzione è un ambiente inclusivo. Lo dimostrano anche le parole del governatore Visco, che nelle considerazioni finali ha richiamato la legge Cirinnà dicendo che la banca è pronta a recepire la norma e i suoi principi”.
E poi ci sarà anche un sito sulle diversità con una parte dedicata esclusivamente alle persone LGBT. Ed è sulla scorta della propria esperienza che la banca ha deciso di rivolgere a tutte le altre banche del paese un appello perché facciano lo stesso. Non solo per una questione di uguaglianza, ma perché, appunto, “è un affare investire nella diversity”.

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