“Super trans”, ma è una drag queen: dopo le polemiche, Arcigay si scusa per la campagna

Per la giornata mondiale del coming out Arcigay ha lanciato una campagna a favore della visibilità. La campagna, però, ha sollevato non poche critiche per il suo modo di rappresentare alcuni elementi della comunità Lgbt+, persone trans in primis.

La denuncia del Mit

La questione è stata sollevata, oltre che da diverse persone trans attiviste, da una delle principali associazioni trans italiane: il Mit, Movimento Identità Trans.  L’immagine usata nella campagna per identificare la persone T nella campagna che si rifaceva al mondo dei supereroi è in realtà una drag queen. Sopra, però, compare la scritta sotto la scritta “Super Trans”.

Dalla sua pagina Facebook il Mit ha infatti sottolineato: «Per la giornata mondiale del coming out un’associazione gay italiana vuole fare una campagna sulla visibilità trans. Super trans ovvero una drag queen. Pur adorando il mondo drag, credo che qui si fomentino solo stereotipi sull’immaginario dell’uomo comune di cosa sia una trans: baraccona che ci fa divertire».

Un attacco duro e che prosegue: «Combattiamo ogni giorno la violenza strutturale che subiamo. Lottiamo tutti i santi momenti per i nostri diritti civili e sociali. Siamo delle super trans, sì, ma non delle macchiette da avanspettacolo come ci volete descrivere. I nostri corpi fanno politica. Essi sono una cosa seria. Cari gay, noi non abbiamo bisogno né dei vostri manifestini naif né delle vostre giornate mondiali. Le nostre lotte sono già mondiali e le facciamo tutti i giorni, essendo visibili e in prima fila contro la violenza di genere, il neoliberismo che ci toglie diritti sociali e contro questa cultura eteropatriarcale. E voi?».

Super lesbo

Le accuse di aver pubblicizzato una campagna troppo stereotipata sono comunque arrivate da più fronti. Qualche malumore è stato manifestato anche dalla comunità lesbica. “Super lesbo”, infatti, è un lessico più vicino a quello dei film porno che alle persone lesbiche.

La risposta di Arcigay

La risposta di Arcigay alle critiche piovute trasversalmente sulla campagna sono arrivate questa mattina.

«Quest’anno, ricorrendo ad un immaginario ed un linguaggio nel quale i giovani potessero immediatamente riconoscersi – scrive l’associazione in una nota -, Arcigay ha scelto di sviluppare il tema del coming out utilizzando l’immagine di personaggi di fantasia – super eroine e super eroi – che mostrano al mondo il loro super potere: la visibilità, la libertà e l’autodeterminazione nell’essere ciò che si è».
«Dopo l’uscita della campagna sui nostri canali – grazie alle critiche che abbiamo ricevuto – ci siamo resi conto che nella trasposizione grafica dell’idea progettuale della campagna, alcune delle scelte fatte hanno urtato la sensibilità di molte persone, producendo reazioni violente – riconosce Arcigay -. Questo è ciò che è accaduto, in particolare, con l’immagine scelta per rappresentare l’eroina trans, un’immagine ritenuta da molte persone offensiva e non rappresentativa della condizione trans*, deformante la realtà e responsabile di alimentare stereotipi e pregiudizi sulla comunità trans*».

L’immagine acquistata su Shutterstock

«Pur comprendendo le ragioni che stanno alla base di queste critiche, riteniamo utile precisare che l’immagine scelta per la campagna, è stata acquistata dall’agenzia di comunicazione sulla piattaforma Shutterstock, dove è classificata come “transgender women” – spiegano da Arcigay -. Infine, se la nostra scelta di rappresentare una donna transgender nei panni di una sorta di “wonder-trans-woman” – ha ferito o indignato, ci dispiace sinceramente. Non era nostra intenzione accostare l’esperienza drag alla condizione trans*. Così come non è nostra intenzione metterci in cattedra per definire ciò che del mondo trans è più o meno rappresentabile, più o meno trans*».

“Riformuleremo la campagna”

«E proprio poiché sappiamo che le scuse da sole non bastano – specialmente quando ci sono in ballo le vite e i vissuti delle persone – abbiamo deciso di fare qualcosa di concreto per rimediare a quanto successo, riformulando le parti critiche della campagna sulla base dei suggerimenti emersi nelle osservazioni ricevute – continua la nota -. Crediamo che mettere a sistema le critiche – anche impietose e durissime – che ci avete fatto, sia il modo migliore per imparare da esperienze dolorose come questa.
Nei prossimi giorni, dunque, provvederemo alla rivisitazione e usciremo con la campagna rivista e corretta dopo aver accolto le vostre indicazioni. Indicazioni preziose delle quali abbiamo il dovere e la responsabilità politica di fare tesoro, da qui in avanti».

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