Massa: non le affittano casa perché transgender

Voleva solo una casa vicino al mare. Un desiderio semplice ma negato. Lo racconta Giulia Marino, quarantenne, sulle pagine de Il Tirreno: «Mi ha fatto tornare indietro nel tempo a un periodo bruttissimo della mia vita dove venivo presa in giro per com’ero e per quello che stavo vivendo». Giulia all’anagrafe nasce come Tiberio, nonostante abbia completato tre anni fa il percorso di transizione al genere femminile, la successiva rettificazione anagrafica tarda ad arrivare per via di una burocrazia lenta e farraginosa.

“Ero felicissima, poi…”

Un dettaglio fondamentale come racconta lei stessa: «Ho trovato la casa che volevo. Ero felicissima. Il giorno dopo ho consegnato all’agenzia la busta paga e i miei documenti. Ho spiegato che la carta d’identità non era stata ancora aggiornata, sono stata corretta e ho spiegato che a breve avrei avuto il documento nuovo». Sembrava tutto tranquillo. «Mi ha chiamato il titolare dell’agenzia che non voglio mettere di mezzo perché con me è stato gentilissimo – spiega Giulia –. Era mortificato ma il padrone di casa, che peraltro io non avevo ancora incontrato, non voleva saperne di dare in affitto la sua casa a una persona transgender».

Ritorno al passato

«Per me – continua – è stato come tornare indietro di vent’anni, rivivere le prese in giro gli sguardi, l’emarginazione di quando ho cominciato il percorso che da uomo mi ha fatto diventare la donna che sono ora. Io mi ci sono sempre sentita, quindi per me è sempre stato così ma ho dovuto affrontare tante cose, tante difficoltà. Adesso mi sento realizzata, nel lavoro, nella mia sfera privata ma un contratto di affitto rifiutato mi ha fatto però ancora tanto male».

Sono una donna che lavora

Giulia lavora da nove anni in una lavanderia industriale e con i colleghi di lavoro non ha mai avuto alcun problema. «E loro hanno visto la mia trasformazione, ma hanno sempre capito, mi sono stati vicino – continua –. Io quella casa la volevo per essere anche più vicino alla ditta, sono una donna che lavora, ho una busta paga, perché sono stata discriminata?»

Bandoni: “Tempi bui per tutto il paese”

Sulla vicenda interviene l’ex presidente della commissione Pari opportunità del comune di Carrara Alessandro Bandoni: «È una cosa scandalosa, ed è la prima volta che accade nella nostra provincia – sottolinea – Purtroppo si stanno sdoganando l’omofobia e il razzismo. Stiamo attraversando, a livello nazionale, tempi davvero molto bui».

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