Sala dà seguito alla sentenza e trascrive i due papà della piccola Anna

Alla fine Sala ha trascritto. A un paio di settimane dalla sentenza del Tribunale che imponeva al Comune di Milano di trascrivere l’atto della piccola Anna riportando i nomi di entrambi i padri, il sindaco ha iscritto la bimba all’anagrafe.
Lo riporta il Corriere della Sera secondo cui Sala ha dichiarato che si tratta di “un atto obbligato”. “E’ stata recepita la sentenza” continua il sindaco.

Le polemiche in consiglio comunale

La vicenda aveva sollevato non poche polemiche, anche all’interno della maggioranza che sostiene il sindaco e qualche giorno fa dall’opposizione erano arrivate minacce di denunce contro Sala se avesse trascritto l’atto.
Gianni e Andrea, dunque, sono ufficialmente i papà della loro bambina.
Ma sono tanti altri i casi simili che aspettano risposte dall’amministrazione di Milano. Una situazione di stallo che Famiglie Arcobaleno aveva denunciato e per la quale aveva rivolto un appello al sindaco.
Poi la sentenza del Tribunale ha sbloccato tutto, almeno per una famiglia.
Sarebbero infatti altre cinque le famiglie composte da due papà che hanno fatto richiesta di trascrizione dell’atto di nascita. Quello di oggi e la sentenza del Tribunale potrebbero fare da apripista anche per loro.

“Posizione di apertura”

“La mia posizione è abbastanza di apertura – ha dichiarato Sala -. La domanda che ci stiamo facendo è: può il Comune di Milano negare giuridicamente una decisione presa dal governo di un altro Paese?”.
L’atto di nascita di Anna, infatti, come quelli degli altri figli di due padri, è stato formato nel paese in cui è nata grazie alla gestazione per altri e dove i Gianni e Andrea sono riconosciuti da subito come genitori.
La mancata trascrizione era stata motivata dagli uffici di Palazzo Marino con l’attesa di una decisione da parte dell’Avvocatura dello Stato, chiamata in causa direttamente da Salvini qualche mese fa. Ora, però, l’intervento del giudice dà al sindaco una ulteriore base giuridica su cui agire.

“Saremo dunque costretti ad agire in mancanza di un’indicazione da Roma” ha infatti concluso Sala.

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