Torna il festival Giacinto, una risposta culturale alla politica dei confini

Torna per il quarto anno consecutivo – nella splendida cornice di Noto, in provincia di Siracusa, il 4 e 5 agosto prossimo – il festival Giacinto – Nature Lgbt, evento fortemente voluto dall’attore Luigi Tabita e che offre sia alla cittadinanza, sia ai numerosi turisti che popolano la Sicilia sud orientale due giornate di dibattiti, performance e di ospiti prestigiosi per parlare delle tematiche care al mondo arcobaleno.

Il turismo Lgbt

Paolo Briguglia

«Anche quest’anno il festival cercherà di fare informazione, con un programma ricco di ospiti e approfondimenti, percorrendo un nuovo viaggio» dichiara Tabita, nel comunicato ufficiale della manifestazione. E la proposta è decisamente di ampio respiro: «Apriremo con una convetion su turismo Lgbt, in cui specialisti del settore e tour operator approfondiranno questa nuova richiesta del mercato sempre più in crescita». Ma non solo: «Racconteremo gli omosessuali costretti a viaggiare verso il confino durante il periodo fascista, con una mostra foto-documentaria e un reading» che sarà affidato a Paolo Briguglia.

Il viaggio nella genitorialità

Tra gli altri temi trattati, ci saranno quello «del viaggio della genitorialità, affrontando i temi della stepchild adoption e dall’adozione con la senatrice Valeria Fedeli e della gestazione per altri con un’intervista ad una donna portatrice» e infine, si chiuderanno «i lavori della seconda giornata con il tema della terza età Lgbt». Ospiti, oltre i personaggi già menzionati, ci saranno Alda d’Eusanio e Marilena Grassadonia, presidente di Famiglie Arcobaleno, insieme a molti altri del mondo associativo Lgbt locale e nazionale.

Adelmo e gli altri

Uno scorcio di Noto

Di grande impatto sarà la mostra dedicata al confino degli omosessuali durante il periodo fascista, intitolata Adelmo e gli altri, a cura di Cristoforo Magistro. Il curatore ci fa sapere che «si è voluto dare il nome di Adelmo a questa mostra perchè così si chiamava il più giovane – 18 anni – dei confinati dei quali si cerca qui di ricostruire le vicende». In quell’epoca, ricorda ancora lo storico, per la retorica fascista «l’omosessualità non esisteva e quindi fare una legge che la punisse avrebbe significato ammettere che le cose stavano diversamente». Ma negato il fenomeno «si rendeva necessario nascondere gli omosessuali» e si cercò quindi «di renderli invisibili ai più mandandoli al confino con l’accusa di essere moralmente e socialmente pericolosi».

Nuovi confinati, la risposta del festival

Un’edizione, quella di quest’anno, che pone Giacinto in stretto contatto con l’attualità politica di un Paese, come il nostro che vuole costruire nuovi confini e confinati (ieri i gay, oggi i migranti) che vede nelle famiglie arcobaleno il nemico da abbattere – si ricordino il ministro Fontana e le sue parole – e le cui attuali vicende politiche ricordano troppo da vicino la deriva fascista degli anni venti che si trasformò in piena dittatura. L’evento curato da Tabita cerca di porre un rimedio – forse piccolo nella sua dimensione, ma non di certo meno importante nel suo significato – attraverso la cultura. Non resta che esserci, per le splendide stradine di Noto, nelle notti del 4 e del 5 agosto.

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