Kevin Wilshaw è un noto neonazista inglese che negli anni ’80 ha contribuito ad organizzare il National Front, un gruppo di estrema destra. O forse bisognerebbe dire “era”. Perché in un’intervista rilasciata a Channel 4 News ha fatto coming out come gay e come discendente di una famiglia ebrea.
Durante l’intervista ha confessato di essere stato violento, in passato, di avere assistito ad abusi nei confronti dei gay e di ebrei. “L’ho rifiutato – ha detto -, l’ho relegato in fondo alla mia memoria”.
Il senso di cameratismo
Wilshaw ha raccontato che, anche se sua madre era per metà ebrea, compilando un modulo per entrare nel National Front ha scritto di “odiare gli ebrei”.
“Quell’espressione, “gli ebrei”, è una massa globale senza volto che non riesci a personalizzare. Non sono individui – ha detto -. E’ la generalizzazione che porta ad uccidere deliberatamente sei milioni di persone. Anche se fai parte di un gruppo di persone che per le loro visioni estreme sono tagliate fuori dalla società, senti comunque un senso di cameratismo nell’essere membro di quel gruppo attaccato da altre persone”.
L’intervista integrale
Una contraddizione
L’uomo ha ammesso che essere nazista ed essere gay, oltre che avere origini ebraiche, era una contraddizione.
“in una o due occasioni recenti – ha raccontato – sono stato oggetto dell’odio delle persone a cui sentivo di appartenere. Se sei gay, sei accettato dal resto della società. Ma per questi gruppi di persone non è accettabile e mi sono trovato in una o due situazioni in cui hanno sospettato che fossi gay e sono stato vittima di abusi”.
“Ci sono altre persone – ha continuato – che guidano questi gruppi e sono apertamente gay e nessuno vede la contraddizione. Ma non ha senso”.
Ora l’uomo ha ammesso di sentirsi “terribilmente in colpa” per il suo passato ed a dichiarato di voler “fare del male” agli estremisti.
“Mi ha anche impedito di avere un rapporto con la mia famiglia – ha concluso -. Io voglio liberarmi da questo: è un peso troppo grande”.
